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al testo di Marco Montoncello
Non avrai altro Dio all’infuori di me
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Grigi palazzi, si confondono con il cielo e l’umore, nel tutt’uno che eclissa la vita, che tormenta la gramigna scevra di gioventù, che solidamente traccia i bordi delle strade, strade truccate da un velato color lago dove scorrazzano piccoli pattinatori sul ghiaccio che solidamente tracciano i loro raggi di sole.
E fluidi nella perenne stagione imbiancata scivolano i fanciulli dai capelli color grano creando dall’alto una contraddittoria estate l’unica che si possa immaginare l’unica che si possa respirare.
E in un momento una lieve brezza scombina le capigliature dorate creando sterminate distese di cielo.
Seduta nel ciglio la morte vi osserva -scappare dal suo sguardo è pura casualità Quando il calcolo del ghiaccio ci conferma che la mortalità è in astri lontani dalla razionalità.
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