Scrivi un commento
al testo di Maurizio Soldini
Labbandono di un romanzo
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
L'ABBANDONO DI UN ROMANZO Mi è successo davvero di rado di abbandonare la lettura di un romanzo. L'ultima volta fu un paio di anni fa quando smisi di leggere un libro di Gramellini. Oggi la stessa cosa è avvenuta per il romanzo di Marco Peano dal titolo L'invenzione della madre edito da Minimun Fax nel 2015 che è stato dichiarato libro dell'anno di Fahrenheit. Dopo circa quaranta pagine ho deciso di chiudere e riporre il volume in libreria. Ritengo che sia scritto con un linguaggio noioso e banalizzante. Ma la cosa peggiore è che il male viene affrontato con naturalistico distacco e senza alcuna vena affettiva. Prima di riporre il libro vado alle ultime pagine e trovo scritto che l'editing è stato fatto da Nicola Lagioia. Questo per alcuni potrebbe essere una stregata e stregante referenza, per me è una pura e semplice diminutio... Peano, inoltre, lavora come editor presso Einaudi. Cordate... Amicizie... Corsie preferenziali... Porte aperte sui media... Per fortuna la buona letteratura c'è e i romanzi belli e scritti bene (come ho scritto in recenti post) esistono ancora, anche se non sono stregati e non vincono premi... Romanzi che rifiutano il linguaggio minimalista della naturalizzazione e che non fanno operazione riduzionistica imbrigliando lo stesso linguaggio nell'orizzonte dell'aridità scientifica e sociologica, ma che si aprono alla lingua della poesia. [da un post sul mio profilo FB] Roma, 13 gennaio 2016
|
|
|