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al testo di Manuel Paolino
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José Manuel Glass Mejía e Gilberto Hernandez Ortega (1924-1978) sono gli ultimi due componenti del gruppo della poesia sorprendida. Quest’ultimo pubblicò alcune poesie sulla rivista tratte dalle sue due raccolte Eternas palabras e De Gualey al cielo, ma il suo fu un ruolo piuttosto marginale: dedicò invece la sua vita quasi interamente alla pittura, arte nella quale raggiunse prestigiosi risultati. José Manuel Glass Mejía nacque a Santo Domingo nel 1923, fu tra i più giovani poeti membri del gruppo. Scrisse la maggior parte dei suoi componimenti durante l’adoloscenza; il meglio della sua produzione poetica si trova in Antología Panamericana de la Literatura Dominicana (1912-1962). Si spense nel 1994.
INTIMO LATIR
Serenidad pensante, inmóvil vida, grandes ojos serenos divagando. ¿Realidades? ¿Ensueños?... No se cuando entre sombra de luz reverdecida. Desintegrada imagen toda herida; turbias horas de insomnio palpitando en intimo latir abandonado toda memoria de inquietud perdida. Miradas extraviadas en desvelo de lejanas ausencias presentidas como algo extraño que jamás se nombra. Fuente ya sin retorno de su cielo como huella fugaz en su partida no son ya si no sombras entre sombras.
INTIMO BATTERE
Serenità pensante, immobile vita, grandi occhi sereni divagando. Realtà? Sogni ad occhi aperti?... Non so quando fra l’ombra di luce sia germogliata. Disintegrata immagine ferita; torpide ore d’insonnia palpitante, nell’intimo battere abbandonato tutta la memoria d’inquietudini si è persa. Sguardi disorientati, vigili sulle lontane assenze presentite come qualcosa di strano che non si nomina. Fonte senza ritorno dal suo cielo come impronta fugace della sua partenza: non sono che ombre tra le ombre.
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