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al testo di Giovanni Ivano Sapienza
Venti
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Sera al tempio per fumate verdi sera al tempio per smaltire la sbornia, chissà dove mi porteranno questi girasoli non è bene sdraiarsi nella lieta baracca dove sfuma il sale del ricordo poveri occhi tuoi di cerbiatta generosa ed io qui a comprendere, a compatire
Ora si alzano plotoni di vento reclamano il giusto la giusta porzione di imitazione per i rovi incurvati
Lacrime accendi, di mogano sospiri, frasi che pesano come il torcicollo d’una lepre, se solo affittano possibilità al Futuro
Poi chitarre,attrezzi, bric-à- brac per Fanny la bella,la tersa e pura dei giochi
Manutengoli dal vestito blu con l’avanzato liquame delle botti, ardori e giostre ferrigni come l’empietà del mistero girandole,vinte porcellane dai musi di bronzo.
Ascolto l’o.k. di ogni ginnasta pingue: il fatto che sono rinato papavero, portavoce dei venti.
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