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INVERNO - ultimo atto

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Di lunari. Ma sopra (al) tutto

d' agrumi si spingono i riflessi del bianco

le ossa nei fiocchi che cadono in terra

il gelo - come in moviola - rapisce la neve.

 

Chi è fuori gocciola di nebbia

fanno penitenza gli omini che slittano sul ghiaccio

ma anche le donne che corrono leste alla tana 

con orecchie di lepre. 

 

La teoria dell'inverno

reagisce ai calori e ai pulviscoli.

I filari, come croci scalze di vita

si snebbiano nei lampioni.

Altrove,

in una sala con un letto e un balcone

ci alziamo a stento 

e mettiamo tutto in ordine 

 

poiché s'attende e l'attendiamo 

di traverso o in stato di riposo

quello che potrebbe attraversarci

e farci riposare in nuovo dominio di ghiaccio

 

 guglielmo aprile - 17/01/2013 20:29:00 [ leggi altri commenti di guglielmo aprile » ]

la critica si può anche fare, ed è lecito disapprovare la riuscita di un testo altrui - solo che in questo caso le osservazioni di giuseppe mi sembrano speciose e rivolte ad aspetti inessenziali, facilmente difendibili dall’autrice. L’associazione donne-lepri poi è molto riuscita: mi ricorda la caccia, quindi Artemide, quindi il carattere lunare e sfuggente dell’anima femminile

 Meth Sambiase - 17/01/2013 19:21:00 [ leggi altri commenti di Meth Sambiase » ]

Ho dei doveri da svolgere in questo commento.
Il primo è sicuramente quello di scusarmi per essermi lasciata trascinare in un’onda emozionale ed aver puntellato la risposta al commento critico con irruenza.
L’altro è di dovervi ringraziare ad uno ad uno per le vostre attenzioni e i vostri saluti e i vostri commenti: il vostro "insieme" che rende per me questo "luogo" una "dimora". Ringrazio anche la stima dimostratami dalla moderatrice, Maria, stima per me preziosa, come del resto preziosi mi siete tutti voi.
Di cuore.
Meth

 Ferdinando Giordano - 17/01/2013 11:23:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Giordano » ]

mi piace come ti sposti dal fuori più fuori al dentro più dentro, da una pelle all’altra: piani multipli di ripresa senza che la camera ti sfugga di mano.

 Loredana Savelli - 16/01/2013 22:27:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Stupenda in ogni sua parte, di una plasticità straordinaria.
Ciao!!

 Luciana Riommi Baldaccini - 16/01/2013 21:02:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Avevo gà letto sul blog questo tuo bellissimo inverno; apprezzo molto la tua scrittura, Meth. Complimenti!

 Maria Musik - 16/01/2013 20:40:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Vorrei, scusandomi con Meth, riflettere ad alta voce sulla valenza e l’opportunità di certi toni nei commenti. E, anche Giuseppe mi perdonerà... tanto è abituato alle mie tirate d’orecchie ;-).
Vedi, Giuseppe, ritengo che quando commentiamo è nostro pieno diritto esprimere e motivare il gradimento o lo straniamento rispetto ad un testo. Ma lo stile comunicativo è sempre importante: se diamo l’impressione di metterci in cattedra e "fare le pulci" ad un testo, poniamo l’altro sulla difensiva e non facilitiamo un confronto positivo. Ad esempio: a te potranno non piacere le parentesi ma ciò non vuol dire che l’uso che il poeta ne fa sia errato; nella poesia in questione, quel "sopra (al) tutto" è estremamente significativo ed è, evidentemente, meditato. Proprio lo spezzare la parola "soprattutto" con quel (al)conferisce significato al verso. Sul discorso lepri non torno perchè Meth ha ampiamente spiegato ma, aggiungo, che se avesse scritto "casa" invece che "tana", primo sarebbe stato illogico perchè le lepri hanno tane e, secondo, la poesia sarebbe stata la tua ("maschio" e pragmatico) e non la sua (donna e incline alla metafora, al simbolismo).
Detto ciò, a me la poesia è piaciuta tantissimo perchè molto evocativa.

  cristina bizzarri - 16/01/2013 20:12:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Dopo essere entrata in un’immagine plurisensazionale, pluridimensionale e avvolgente di neve, di freddo, di nebbia che tutto sembra impastare e fondere - persone nel loro essere fragilità nel freddo, riparo illusorio, tenuità: dopo questo ingresso il finale si spalanca come una musica che risuona eterna, come profezie nel dormiveglia. Mi sono solo inceppata nell"al" tra parentesi - ho dovuto usare la parte intellettuale e così per un attimo sono uscita dalla visione.



 Meth Sambiase - 16/01/2013 14:36:00 [ leggi altri commenti di Meth Sambiase » ]

gentile Giuseppe
di getto esce l’acqua da rubinetto, o ia scrittura di flusso, o quella dell’immenso che non può essere mediato da null’altro. o una certa poesia scritta misurandola con l’egometro e con il frequentifero. Sono neologismi personalissimi provi a farsi attraversare dalla lingua dello spirito, vedrà che come la poesia, capirà cosa significano. La mia non è poesia di getto, comunque.
E le mie donne lepre non hanno casa ma tane, si rassegni. Si vada a leggere - approfondisca, la invito io, ma può anche fregarsene, siamo in democrazia - le peculiarità della specie della lepre, la lepre non può essere addomesticata non è un coniglio. E allora perché mai le mie donne con le orecchie di lepre dovrebbero avere un domestico rifugio? La critica è un luogo infido, va oltre la lettura e il mi piace o il non mi piace. Difatti è sempre meglio - a meno che non si sia un "critico" - godersi o non godersi la lettura delle poesie e lasciar scritto se sia piaciuta o meno.Oppure no, faccia quello che vuole, ci mancherebbe
Grazie di essere passato
ma la prossima volta - se non sono richiesti suggerimenti sulla stuttura ritmica o sinestetica della poesia - eviti di scrivere : per me andrebbe meglio così, almeno nella mia pagina. Quando ho i miei dubbi mando delle mail chiedendo aiuto a chi reputo possa aiutarmi.
Basta così, altrimenti sembra che mi stia difendendo da un attacco. Invece, mi sono divertita, è stata cosa da poco, fortunatamente. Un saluto.

 Giuseppe Terracciano - 16/01/2013 12:55:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Terracciano » ]

Un’altra cosa. Secondo me sarebbe meglio: "Ci alziamo a stento/ e lasciamo tutto in disordine."

 Giuseppe Terracciano - 16/01/2013 12:53:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Terracciano » ]

L’ho letta e riletta più volte. Vorrei fare un paio di appunti. Lasciamo stare quel "la" tra parentesi -non amo le parentesi; la poesia è molto bella e interessante. Secondo me perde un attimo di tensione con quelle "donne alle tane con orecchie di lepre", le avrei visto meglio a "casa" con non so ché; Due: Il corsivo finale non aggiunge nulla alla bellezza della tua stesura. Capisco che può essere stato l’imput a scriverla, ma secondo me è superfluo
Complimenti vivissimi!!

 Cristiana Fischer - 16/01/2013 10:10:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

stupenda la conclusione!

 Ferdinando Battaglia - 15/01/2013 23:22:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

E’ eividente, o almeno così a me pare, che la poesia è magistralmente scritta, da mano esperta e ferma; ne restituisco all’Autrice l’immediata impressione alla prima lettura, e per farlo prendo a prestito il verso " il gelo - come in moviola - rapisce la neve", e da qui - ecco la mia impressione - si potrebbe partire per un lungo e intenso cammino esegitico; ma saranno altre menti, più preparate e degne, a dirne come questa bella poesia merita. Io, intanto, mi lascio rapire dall’incanto proprio di lettore.

Ciao Meth

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