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la guerra infinita

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Guerra,war,guerre..tre lingue, tre espressioni per indicare uno stesso fine:dolore.Non importano i motivi, non trovano ragioni le circostanze,la battaglia è una macchina prevaricatrice che non lascia scampo,crea e spegne ogni lamento. Esiste, ed è una realtà da quando l'uomo vive socialmente, da quando sente il bisogno di ergersi a capo della collettività.Guerra di cuori, di menti, di mondi,non c'è battaglia che non abbia fatto soffrire o demoralizzare e non c'è guerra che non abbia distrutto un sogno, una speranza.la violenza, fisica o morale che sia non è forza ma debolezza.l'animale s'erge a capobranco al fine della propria sopravvivenza ma questo concetto perde di significato nel momento in cui si conosce il significato della parola STORIA. Storia di luoghi, storia di volti, storia di popoli carnefici di se stessi, feriti nel cospo quanto mai nell'orgoglio.Il mondo cambia e purtroppo non in meglio come si pensa. Un tempo si uccideva per fame, per denaro o per gelosia come la legge stessa permetteva(codice Rocco).
Adesso si uccide per amore, per vendetta, per bullismo, per attimi di follia. ci si uccide per un gesto, per uno sguardo o anche solo per notorietà. si signori, per notorietà, per diventare qualcuno.I valori negativi dell'epoca di Hitler o Mussolini persistono. Il razziamo cresce di giorno in giorno e non si ferma.Si generalizza . come si suol dire si fa di tutta l'erba un fascio.Ci si accorge degli errori solo quando è troppo tardi. ci sono troppi rimorsi in ognuno di noi, troppi rimpianti anche.la pace è un ideale, niente di concreto, qualcosa che possiamo solo immaginare e invanamente cercare.martin luther King desse: La vera scelta non è tra non violenza e violenza ma tra violenza e non esistenza perchè se non riusciremo a vivere come fratelli, moriremo tutti come stolti. la guerra non restaura diritti ma ridefinisce potere. guerra è solo un futuro che rifiuta di nascere. quanto sangue, dolore , invidia, angustia si spargerà ancora???tanto.

 Ivan Pozzoni - 07/02/2018 01:24:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Complimenti: interessantissimo!

 Arcangelo Galante - 05/12/2017 13:28:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Parole, quelle appena lette, che mi toccano le corde dell’anima, per l’incisiva verità trasmessa. Il gelo dell’indifferenza punge, come il freddo di un’umanità che mostra sempre più la sua insensibilità di fronte a qualsiasi situazione infelice, terribile, pericolosa, catastrofica per il bene collettivo, particolarmente nell’epoca di grandi trasformazioni sociali, economiche, politiche, spirituali, ambientali, che tutti stiamo attraversando. Purtroppo, sempre più mancano la sensibilità ed il calore umano che, nel loro piccolo, possono aiutare a non scordare le atrocità della guerra. Se occorre ancora leggere testi dall’aspro contenuto come questo pubblicato, necessari al tentativo di scuotere gli animi della gente, ben si scriva, a ricordo dell’infruttuosità di conflitti, diffusi un pò ovunque, nel nostro pianeta. A conclusione delle ineccepibili considerazioni espresse dall’autrice, significa che i passi da fare verso l’evoluzione di una durevole pace mondiale, sono ancora lontanissimi. Duole dirlo, ma, a quanto sembra, l’uomo non ha imparato nulla dal passato, sull’inutilità delle guerre. Agghiaccianti riflessioni che ho emotivamente molto condiviso.

 Roberto Maggiani - 04/01/2010 02:43:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Un bello sfogo contro la guerra e la violenza in genere, sfogo che sottoscrivo, auspicando la tanto agognata pace in ogni angolo del mondo. Purtroppo le notizie che arrivano quotidianamente non sono certo confortanti, ma la speranza non deve venir meno. La pace arriva se si instaura la giustizia, se si eliminano gli squilibri sociali che ingenerano contese e divisioni, se si inizia a porre un limurte allo sfrenato arricchimento, se l’uomo non viene più discriminato per affetto o sesso e colore della pelle o idea... insomma c’è da rimbocarsi le maniche, c’è da lavorare affinché gli stati sociali diventino stati di diritto e non più etici, dove la religione, o meglio l’ideologia religiosa rischi di diventare fanatismo a scapito di ristretti o ampi gruppi sociali... anziché motore di sana cooperazione e apertura al prossimo.

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