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al testo di Alberto Castrini
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Dio e il suo destino è un libro provocatorio, già dal titolo e dalla dedica: “A chi ha perso Dio a causa di Deus”. Vito Mancuso affronta il problema con coraggio, senza paraocchi, iniziando con la distinzione fra Dio e Deus che è la sovrastruttura della divinità inventata dalla nomenclatura. Ed allora bisogna costruire un nuovo Dio ed il libro continua con provocazioni e stimoli continui. Perché Dio serviva, anche nei tempi antichi, per mantenere aperta la mente alla trascendenza e la religio tesseva la societas mentre la sua assenza la sfilacciava. Perché, citando Wilde “Una carta geografica senza l'isola di Utopia non merita nemmeno uno sguardo perché escluderebbe l'unico paese al quale l'Umanità approda in continuazione”. Gli gnostici sostenevano che c'era il Dio della creazione e quello del governo del mondo. Il cattolicesimo, al contrario dello gnosticismo, non si pone il problema della presenza del male che è invece (non dimentichiamolo) una creazione di Dio. E, se Dio è onnipotente, perché non lo contrasta? Nessuno vive senza credere, si deve dire in quale Dio si crede o non si crede, senza più rifugiasi nei recinti dell'istituzione. Citando Marco Aurelio : “Ognuno vale tanto quanto le cose di cui s'interessa”. E, precisa Spinoza: “Tutta la felicità o infelicità risiede solo nella qualità dell'oggetto al quale l'amore ci lega”. Il vero problema non è se esiste o meno Dio ma è l'identità di questa Realtà. Viene poi evidenziato come il Dio della Bibbia approvi anche lo sterminio. Se ci fosse solo Dio al comando del mondo non esiterebbe la libertà, per questo non è ancora nata la libertà nelle menti che che vedono il mondo sottoposto al Governo di Dio (meglio di Deus), ad esempio per l'Islam Dio è solo onnipotente, non esiste alcun patto con l'uomo. In conclusione, il libro è una dichiarazione d'amore per Dio che deve però essere liberato dal Clero per salvare il mondo, come diceva Teilhard De Chardin, uno dei pensatori più citati assieme a Schweitzer. Si tratta di un testo denso, forte, che per il suo coraggio intellettuale non lascia indifferenti e pone domande che stimolano credenti e a-teisti.
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