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Non sento niente

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Più nessun sentimento.
Un braciere nel petto
- ormai spento -
ed in testa solo trucioli sparsi
come monadi orfane
o molecole senza legami.

Non sento più niente.
Latito in questo vuoto
di detto e non detto
e una spugna invisibile
avviluppa le dita
cancellando i graffiti dai muri
- del suono e del canto -

E’ morto il serpente.
Il nemico temuto
che ha morso il mio cuore
ora giace per terra:
non solletica più l’ombelico
e la coda mozzata
si muove al di fuori di me
senza più nutrimento.

Preferisco la morte
a quel niente
che offende la vita
alla ruspa che estirpa radici
e sotterra memoria.
Siamo uomini nati da un dio
- per quanto lontano -
ma viviamo da replicanti.

 Maura Potì - 22/03/2013 11:45:00 [ leggi altri commenti di Maura Potì » ]

Fiammetta cara, è sempre un piacere incontrarti, anche se fugacemente! Non giustificarti, anch’io sono poco assidua negli ultimi tempi...questi tempi, sempre più difficili per tutti. Un abbraccio

 Fiammetta Lucattini - 20/03/2013 10:11:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Carissima, scusandomi per averti perso di vista, ti ritrovo originale come sempre. Gran bella poesia! Un abbraccio.

 Maura Potì - 09/03/2013 15:35:00 [ leggi altri commenti di Maura Potì » ]

Vi ringrazio tutti! Un ringraziamento speciale a Nando che ha dedicato due momenti diversi alla lettura di questi versi. Un inchino alla sua capacità di cogliere quel qualcosa che spesso sfugge persino alla consapevolezza di chi scrive. Si, il dono del serpente, è il tema centrale di questa poesia. E non è un caso che l’abbia scritta rileggendo la Genesi e l’interpretazione della Bibbia fornita da uno studioso di lingua ebraica. Grazie

 Nando - 09/03/2013 09:38:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

L’ho riletta ancora, a mente meno affaticata, e come accade con ogni autentica poesia, si dischiudono i petali che custodiscono dentro di loro la bellezza, per offrirla alla mente e all’anima del lettore.
Perciò, ancora prima delle possibili interpetazioni, la gusto come un buon caffè del mattino al "mio" bar.
Recentemente, un giovane e brillantissimo professore di filosofia (già autore di pubblicazioni), introducendo il tema di Dio nel Novecento, ci ha citato un altro filosofo (o telogo: ora non ricordo)che ha parlato del "dono del serpente", ovvero quella possibilità della conoscenza (mi scuso per le imprecisoni, sto tornando a memoria)che nasce necessariamente (nel senso funzionale al conoscere) come distanza e diversità, ma si perverte solo quando la distanza e la diversità si vivono come conflitto e contrapposizione.
Però la poesia, ai miei occhi molto bella, dice molto di più, ad esempio il richiamarci l’importanza del desiderio, l’anelito del cuore che nasce dalla consapevolezza della mancanza.
Scusami, se mi sono dilungato.

 roper - 09/03/2013 00:04:00 [ leggi altri commenti di roper » ]

una poesia eccellente, carissima Maura, la cui stessa esistenza contraddice lo smarrimento che pure così fluentemente racconta. perdona il mio cuore, che ne ferma la lettura al quartultimo verso.

 Luciana Riommi Baldaccini - 08/03/2013 20:00:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Condivido pienamente la tua percezione di una "vita da replicanti": la morte del serpente è una vera tragedia!

 Emilio Capaccio - 08/03/2013 18:26:00 [ leggi altri commenti di Emilio Capaccio » ]

Scrittura diretta, limpida e immediata nel suo profondo e pienamente condivisibile significato, ma anche attestazione del tuo/nostro senso di "nausea" che ci rivolta lo stomaco a fronte di questa imperversante piattezza e decadentismo: ..."preferisco la morte a quel niente che offende la vita.."

Ciao Maura.

 Loredana Savelli - 08/03/2013 14:40:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Preferisco la morte
a quel niente
che offende la vita
alla ruspa che estirpa radici
cancellando memoria."
E’ chiarissima in questi versi la tua scelta preferenziale. Però nel mio immaginario il serpente è una dipendenza, perciò sono contenta che sia morto, sono sicura che ci saranno altri animali a riaccendere il braciere. Perdonami la mia lettura soggettiva.
Ciao!!!!

 Maura Potì - 08/03/2013 12:19:00 [ leggi altri commenti di Maura Potì » ]

Grazie Loredana, grazie Cristiana. Le vostre interpretazioni sono opposte. Quella di Cristiana ben descrive quel che volevo esprimere, quando parla di "vulgata": si, è esattamente questo, l’espressione del libero pensiero (tenuto in vita dal morso del serpente), e la passione nell’azione, suscitano apprensione nelle persone, ma per me rappresentano quell’energia vitale che in questo momento sento mancare. Grazie per avermi fatto visita, sono un pò in debito con tutti voi. Rimedierò :)

 Cristiana Fischer - 08/03/2013 09:51:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

mi pare tu dica che "il serpente" ti teneva in vita, nemico secondo la vulgata, temuto perchè ti lanciava oltre il previsto, e che quel serpente morto sia preferibile comunque alla vita da replicanti, al vuoto di detto e non detto, al braciere spento, alla testa di trucioli sparsi

 Loredana Savelli - 07/03/2013 22:51:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Un grande senso di liberazione: "è morto il serpente" e questo già basta. Tempo ci sarà per riaccendere il braciere, intanto la poesia lavora...
Ciao Maura

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