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al testo proposto da Rosanna Varoli
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Dicono in coro come pretendi Ulisse di sfuggire a noi che accesa la tua inquietudine incendiamo anche il tuo desiderio, smetti di fingere re dei mentitori e abbraccia noi per sempre. Poi quelle voci sibilanti si propagano fino a raggiungere la stanza che conserva l’amore coniugale, persecutorie proprio con me che non lo merito. Vent’anni ho attraversato nel pericolo, dieci a combattere lontano per la patria il resto cercando di raggiungerla. Che altro di più avrei potuto fare. Purtroppo ora, trascorso un anno dal mio difficile ritorno ricongiunto a Penelope la saggia mia regina, vivo scontento, oppresso da questi suoni che insistenti imbrogliano i miei pensieri. Io amo Penelope e più di ogni altra cosa adoro la mia terra loro lo negano. Devo essere stanco davvero esausto, se la passione commossa che provo da lontano verso le cose amate lascia spazio, avvicinandosi, al sospetto. Non resta forse allora che scovare la misteriosa origine di queste ambigue voci e sottometterle, domani riparto. |
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