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al testo di Maria Russo
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Laggiù,dove il mio sguardo racconta al mare la solitudine del porto dove i gabbiani sollevano garrendo i veli della notte,ci sei ancora tu. Insieme. Avevi detto. E un filo d’alba s’annodava stretto ai polsi del petto. Mi scioglievi nella bocca i turbamenti della primavera tra squittii di rondini lungo i viali dell’impossibile. L’amore ci stringeva la gola fino a farci soffocare. Poi l’autunno e le sue lingue di fuoco proiettate a gettarci tra le braccia del silenzio L’arrivo di refoli bruschi,sparpaglio di foglie e gli inganni narrati dal vento. Il grigiore avanzava sopra il cuore come una nube pronta ad uccidere le stelle. Ottobre ha rami spogli adesso e prati falciati dal pianto. Dai vetri mi osservano luci di una città spenta. Ridammi le tue mani! Che possano sanguinare insieme schiacciando il cranio al tormento. |
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