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al testo proposto da Rosanna Varoli
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Mi muovo qui, in assenza di tempo, scostando i rami per cogliere i frutti, e uova e nidi e poi di tanto in tanto scimmie minori, quando ci riusciamo, da spartire con le femmine a terra. Non prendo mai più di quanto mi serve. Ogni tanto, poi, mi fermo su un ramo, e il mio sguardo sereno si distende sopra l’immensa cupola smeraldo fresca e pulita di recente pioggia, e al richiamo gioioso degli uccelli, a questo soffio gentile di dentro, io mi domando se esiste davvero, se ciò che alcuni chiamano la morte non abbia regno che sull’apparenza, e non sia solo un mutare di forme, dal minerale al vegetale e oltre poi, tutto daccapo, e tutto di nuovo, col cuore in gola, affannato e felice, questo scendere e salire dal ramo che non si spezza e che non avvizzisce, la mammella sempre verde di latte che non distingue tra figli e figliastri. Ignoro tutto, a parte la foresta. Così mi pare di sapere tutto quello che esiste da sapere al mondo, soltanto gli alberi, i ruscelli, i sassi, tutta la vita che ci nuota dentro, che vola, striscia o canta nel mattino, e che non chiede null’altro che vita. Questo io so che è la cosa giusta. Se esiste un altro mondo, è sbagliato. |
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