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al testo proposto da Loredana Savelli
A mia madre
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Ora che il coro delle coturnici ti blandisce nel sonno eterno, rotta felice schiera in fuga verso i clivi vendemmiati del Mesco, or che la lotta dei viventi più infuria, se tu cedi come un'ombra la spoglia (e non è un'ombra, o gentile, non è ciò che tu credi)
chi ti proteggerà? La strada sgombra non è una via, solo due mani, un volto, quelle mani, quel volto, il gesto d'una vita che non è un'altra ma se stessa, solo questo ti pone nell'eliso folto d'anime e voci in cui tu vivi;
e la domanda che tu lasci è anch'essa un gesto tuo, all'ombra delle croci.
(da "La bufera e altro", 1956)
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