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al testo di Maria Russo
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Peggiore dell’angoscia è l’assenza. Il pallore impreciso dell’emozione. Il dolore è un indizio di gioia. Il dolore è una pozza che aspetta la luce. Ma il vuoto,la perdita del proprio sé, l’immoto vagabondare dell’anima sono la vera morte. Il cuore si ripiega su se stesso come un feto addormentato e il corpo diviene avulso al mondo respirando il fiato di un grosso polmone che è il silenzio. Io l’ho conosciuto amica mia, sai l’ho osservato quel fresco venticello che è la vita quando diviene un lercio calendario senza tempo né date e t’inchioda al muro.
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