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La differenza tra l’antica Grecia e l’Italia odierna

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La differenza che ci divide dall'antica Grecia, malgrado i millenni, e che purtroppo, nulla ci ha insegnato.

Discorso di Pericle pronunciato agli Ateniesi nel 461 a.c. e realtà italiana nel 2014 dopo Cristo...( 2014 perché è l'anno in cui scrissi questa riflessione)

Qui ad Atene noi facciamo così

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Invece in Italia facciamo così:

Qui il nostro governo favorisce i pochi invece dei molti: e per questo non viene chiamato e neppure calcolato.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui in Italia noi facciamo così:

Le leggi qui non assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi ignoriamo sempre i non meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, ignorato dallo Stato, come atto di incuranza ad una ricompensa al merito, e la povertà costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui in Italia facciamo così:

La libertà di cui godiamo non si estende anche alla vita quotidiana; noi siamo sospettosi l’uno dell’altro e infastidiamo il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, ma non liberi di vivere come ci piace, a causa dei furbi, ma tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo e anche per i furbi che rimangono a guardare, fregandosi le mani.
Un cittadino italiano trascura i pubblici affari quando non attende alle proprie faccende private, ma soprattutto si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui in Italia noi facciamo così:

Ci è stato insegnato da un lato a rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di non rispettare le leggi e di non dimenticare mai che non dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di non rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui in Italia noi facciamo così:

Un uomo che non si interessa allo Stato noi lo consideriamo innocuo, ma utile; e benché in molti siano in grado di non dare vita ad una politica, beh tutti qui in Italia siamo in grado di non giudicarla.
Noi consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la libertà sia il frutto della felicità, ma la felicità sia solo il frutto del valore d'acquisto.
Insomma, io proclamo che L'Italia è la scuola Mediterranea e che ogni italiano,cresce sviluppando in sé una infelice versatilità, la sfiducia in se stesso, la non prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra penisola è aperta al mondo e noi, non cacciamo mai uno straniero o almeno per il momento.
Qui in Italia noi facciamo così.






 Anna Giordano - 14/12/2017 09:30:00 [ leggi altri commenti di Anna Giordano » ]

Buongiorno signor Ricotta,
La ringrazio per la dotta precisazione. Comunque sappiamo bene, e la storia c’è lo insegna, che ciò che è scritto resta, indipendentemente, dalle azioni che, in questo caso, ne sono seguite.
Ho scelto questo testo come se fosse l’atto costitutivo dell’allora periodo, così come avrei potuto prendere la nostra bellissima costituzione e compararla ai fatti che si sono succeduti lungo il nostro periodo repubblicano per farne un confronto tra ciò che è stato scritto e quel che è stato fatto.
Anche se Pericle non fece quel che disse, non cambia la differenza che ho voluto, con ironia, sottolineare dicendo che malgrado da sempre si cerca di seminare buoni principi di vita, non è servito a nulla.
La mentalità è sempre la stessa.

Con la sua precisazione avvalora quanto ho sottolineato e la ringrazio.
Di sani principi scritti o enunciati riportati dalla storia, ne troviamo in grande quantità, come pure di esempi di storia più recente e meno esemplari, ad esempio, giusto per citarne uno, quello riferito a Tommaso Aniello, detto Masaniello, che combatté in prima fila per il popolo napoletano e poi dallo stesso fu ucciso, perché salito al potere fece il contrario di quel che aveva promesso.

Ancora una volta, il risultato, purtroppo, non cambia, perché i buoni discorsi sono serviti e servono ad aprire la strada al potere, illudendo chi in essi confida,
ritrovandosi a dover fare i conti sempre con gli stessi problemi. Anche se Pericle avesse applicato quanto nel suo discorso enunciò, non avrebbe comunque cambiato il risultato poiché dopo di lui altri hanno seguito il suo stesso percorso,indipendentemente dalle sue azioni, basandosi sull’inganno pur di giungere al potere e penso che se pure ci fosse una persona di sani principi che vorrebbe cambiare in meglio, sarebbe silurata da chi è già al potere oppure contaminata dallo stesso.
Per cui prima delle elezioni si dicono e si promettono tante cose... Lascio a ognuno trarne la conclusione.

 Angelo Ricotta - 13/12/2017 19:37:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Pericle non era per niente quella perla di democratico che lei erroneamente immagina, ma come tutti i politici un gran bugiardo. Non fece nulla di ciò che è scritto nel discorso che Tucidide gli attribuisce, anzi il contrario. In particolare, proprio nel 461 a.C, eliminò il suo principale oppositore, Cimone, usando l’arma dell’ostracismo ovvero accusandolo falsamente di aver tradito la città agendo come alleato di Sparta, per poi, una volta preso il potere, richiamarlo quando gli serviva per affidargli una delicata missione diplomatica proprio con Sparta! Nel 451 a.C. promulgò una legge che riconosceva cittadini ateniesi solo coloro che avevano entrambi i genitori ateniesi! Altro che accoglienza dello straniero. Pericle guidò diverse spedizioni militari contro "gli stranieri" spartani e persiani. Durante la seconda guerra sacra guidò l’esercito ateniese contro Delfi e reintegrò i suoi diritti di sovranità sulla Focide. Nel 447 a.C. condusse la spedizione per espellere i "barbari" dalla città tracia di Gallipoli. Insomma Pericle era un demagogo il cui unico interesse era il potere, come tutti i demagoghi della storia, e alla fine fece molto più male ad Atene che bene.

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