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E oggi questo peso che mi porta

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"Ce sommeil ... le premier Adam en fait l'expérience pour "explorer le chemin de la Ressemblance" ... une lecure possible de son nom, Taredemah; le premier Adam ne prendra pas ce chemin, mais le Christ, le nouvel Adam, l'assume totalement. Il s'agit de la traversée des ténèbres de l'humanité".

(Résonances bibliques - Annick de Souzenelle, pag.140).

 

 

 

 

E oggi questo peso che mi porta

qualunque cosa io pensi o di sfuggita

appena guardi 

intride orme di penombra 

abbandonate

in sogni di città che non conosco 

eppure ho visto 

chiamando chi non mi risponde, 

salendo scalinate

fino a una piazza immensa

che scende giù nel mare oltre una chiesa 

bianca - dove non so la porta.

 

Un raggio stamattina all'improvviso -

leggevo di quel Lazzaro che dorme

- eppure è morto - 

ma per Gesù a volte i morti

sono vivi,  i vivi morti.

 

E oggi questo peso che mi porta

qualunque cosa io pensi o di sfuggita

appena guardi

intride orme di penombra -

cammina insieme a me - è la mia ombra.

 

(Lazare - 'Eli 'ezer "aide de Dieu")

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Cristina Bizzarri - 03/11/2013 17:03:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Alberto: io per prima mi metto tra i tiepidi - sono timorosa, insicura, nervosa, inquieta, vanitosa, spesso rigida e bloccata - un po’ "figée"! Ma lo riconosco e cerco di guardarmi e di guardare gli altri con onestà. Non è molto, è qualcosa. Il mio piccolo testo invece nasce da una riflessione che facevo leggendo il libro che ho citato sopra la poesia, di un’autrice, Annick de Souzenelle, studiosa di Jung, cattolica poi diventata ortodossa ... profonda conoscitrice, in età non più giovane, dell’ebraico. Un pensiero il suo ricco e profondissimo, che tocca l’origine delle parole e che mi affascina.
Emilio, hai ragione: più che altro è un’ombra che conduce nella dimensione del sogno, anche come fuga dall’oppressione di stati d’animo carichi di malinconia e di sentimento di inutilità. Ma è una fuga che poi mi riporta indietro, e mi sento meglio, rigenerata, perché nell’immaginazione ci sono energie che vengono in nostro soccorso. Comunque in questo testo, come dice Amina-Sciamana :-) , l’Ombra è un Altro che mi cerca, che mi fa sentire il Suo peso, anche facendomi star male, ma per una maggiore adesione alla realtà, alla terra, all’humus ...

 Emilio Capaccio - 03/11/2013 16:35:00 [ leggi altri commenti di Emilio Capaccio » ]

Mi pare quasi un parlare nietzschiano.
Quest’ombra che resta attaccata a noi si conforma come un subcoscienza, un altro "io" contrapposto al nostro "io" pensante, razionale, diurno.
E ci porta per luoghi mistici, d’infanzia, immaginati, forse, ma con una leggerezza, una solennità, una trasparenza che non conosciamo se non attraverso il suo occhio.

Ciao.

 Alberto Becca - 03/11/2013 12:10:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

A volte i morti sembran vivi e i vivi sembran morti : parole pesanti come un macigno, parole senza tempo e senza eco, piu’ che parole un monito per tutti gli uomini e specialmente per noi contemporanei, per chi considera VIVI coloro che appaiono, producono, fanno, mostrano, parlano, mentre sono MORTI coloro che "vivono" una esistenza del tutto appartata e apparentemente insignificante e i loro nomi non li troverete su nessun social network, in nessun giornale, i loro volti non sono presenti in nessun video.. eppure sono tanti e anch’ essi portano il PESO gravoso dell’ esistenza lungo strade spesso ai piu’ sconosciute...

  Cristina Bizzarri - 03/11/2013 00:02:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Amina so precious con te non vale: sgami sempre tutto ... oh!
So preciously huge little Amina. Me soo poor, so tiny old woman!
:-)

 amina narimi - 02/11/2013 23:16:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

Non sai la Porta perché sei Dentro,verrebbe da dirti, oltre il bianco della chiesa
la scrittura non è per la mente ma questo peso che ti/ci porta nutre come il cibo l’umiltà, s’incarna la Parola come ombra ci penetra come acqua sul terreno fino al frutto "un raggio stamattina all’improvviso" come accorgersi che l’albero d’autunno- perdendo le sue foglie accumulate nel lavoro di stagioni-lascia intravedere il Cielo "risvegliando" sottili risonanze e dove appena guardi intride "nel cuore del corpo la parola" la tua ombra farsi colonna vertebrale strumento per salire per discendere innalzandoci camminando insieme a Noi.
" Abramo...esci dalla tua terra e va verso di te!"
Sei straordinaria è dire così poco Cristina che scrivo solo quanto abbia di speciale il peso che ti porta.

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