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al testo proposto da Carlo Anaclerio
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perché non meramente l’occasione senza speranze di stillare parole meglio non è abortire che essere sterili plumbee dopo che tu vai via le ore cominceranno sempre troppo presto uncinando alla cieca a dragare il letto del desiderio recuperando le ossa i vecchi amori orbite un tempo riempite di occhi come i tuoi forse che tutto è sempre meglio troppo presto che mai coi volti bruttati dal nero desiderio nuovamente dicendo in nove giorni mai riemerse l’amato né in nove mesi né in nove vite II nuovamente dicendo se non m’insegni non imparerò nuovamente dicendo ecco vi è un’ultima volta persino per le ultime volte ultime volte per mendicare ultime volte per amare per sapere di non sapere fingere un’ultima anche per le ultime volte di dire se non m’ami non sarò amato se non amo te non amerò la zangola di parole stantie nuovamente nel cuore amore amore amore tonfo del vecchio pistone a pestare l’inalterabile siero di parole nuovamente atterrito di non amare di amare e non te di essere amato e non da te di sapere di non sapere fingere fingere io e tutti quegli altri che ti ameranno se ti amano III sempre che ti amino |
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