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Lorena Turri

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[ Intervista a cura di Maria Musik ]

*

DOMANDA. Ciao, Lorena. Sono felice che sia stato affidato a me il compito di intervistarti perché amo molto il tuo scrivere (non le chiamo “opere” altrimenti rischio subito una delle tue ironiche tirate d’orecchie). Cominciamo con una domanda di rito: se dovessi dire, a chi s’imbatta in questa intervista senza averti letta, chi è Lorena, come ti presenteresti?

RISPOSTA. Grazie Maria. Sorvolo sul tuo inciso che già fornisce una caratteristica non trascurabile di me, e m’inoltro in questa ardua risposta (quasi quasi avrei preferito mi fosse stata commissionata un’opera in endecasillabi!).
Lorena è una signora cinquantaduenne, da svariati anni casalinga a tempo pieno e indeterminato, che si può incontrare quasi esclusivamente al supermercato, giacché conduce una vita molto ritirata, in (rumoroso) silenzio e solitudine, un po’ per scelta, un po’ per destino (ahimè). Sopra a tutto è una mamma.
Ma per meglio definirmi, dico: sono quella che “strizzerei anche la tovaglia”! E mi spiego.
Durante una di quelle belle e ormai perdute riunioni familiari natalizie o pasquali, intorno alla metà degli anni ’60 quando ero una bambina, mia zia, a fine pasto, divise equamente fra tutti i commensali l’unica bottiglia di spumante che il nostro stato economico consentiva, per il brindisi augurale. Io pensai bene di gustare centellinando, anziché tracannarla come gli altri, la mia porzione di vino, tra una risata e un discorso e l’altro. Sennonché, mia nonna iniziò a sparecchiare e, accidentalmente il mio bicchiere cadde e quel dito di spumante che ancora conservavo come fosse una reliquia, andò a inzuppare la tovaglia. Il mio dispiacere fu così grande da attirare l’attenzione dei presenti che io guardai ad uno ad uno con grandi occhi avviliti, dicendo “Strizzerei anche la tovaglia!”
Ecco, sono quella bambina che dal calice della sua vita ha gustato solo una parte del buono che conteneva e il resto, accidentalmente, si è rovesciato.
Forse “il mio scrivere” è oggi il mio modo di strizzare quella tovaglia per recuperare ciò che ho perso.
Adoro la parola “forse”, poiché non do mai nulla per certo e perché ha intrinseca una sua ironia.
C’è una poesia di Borges in cui mi specchio ed è: “Mi vida entera”, particolarmente in alcuni versi:
“Soy esa torpe intensidad que es un alma” e i due versi finali: “Creo que mis jornadas y mis noches se igualan en probeza y en riqueza a las de Dios y a las de todos los hombres”.


DOMANDA. Perché scrivi e da quando hai iniziato a farlo?

RISPOSTA. In parte ho già risposto, ma non fu proprio questo il motivo iniziale.
Nel corso della mia vita ho sempre scritto, seppure con grandi intervalli di tempo. Nei primi anni ’80 decisi, un bel giorno, di scrivere poesie, ma dopo qualche tentativo rimasto su un quaderno, compresi che non era cosa a me consona. Nel 1986 mi cimentai, con la collaborazione dei miei compagni di teatro, nella stesura di una commedia musicale in due atti che realizzammo e mettemmo in scena. Poi mi sposai e lasciai il teatro. Negli anni ’90 scrissi alcune favole per il teatro dei ragazzi insieme a mia cugina, maestra con l’esigenza di inventare qualcosa di originale per le recite di fine anno scolastico.
Ma fu quando cominciai a navigare in Rete che “la mia penna ammattì”.
Risale al maggio del 2001 la mia prima connessione. Decisi di entrare in una chat.
Tutti gli sconosciuti interlocutori mi chiedevano quali fossero i miei hobby ed io non sapevo cosa rispondere, poichè in quel periodo mi dedicavo solo al lavoro e alla casa oberata da un’infinità di problemi e molte angosce. Così un giorno, per non sentirmi troppo ignorante nei confronti di chi mi citava versi, cominciai a dire che scrivevo poesie.
Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E fu proprio nell’estate di quell’anno, durante una vacanza balneare con mia figlia in Versilia, che una sera, passeggiando sul lungomare, mi ritrovai davanti ad una libreria. Entrai dentro e cercai subito lo scaffale della poesia. Acquistai tre libretti di poco valore: una piccola antologia di poesie d’amore da Saffo ai giorni nostri, un’altra di poesie tutte al femminile e una di Emily Dickinson che non conoscevo. Lessi la biografia velocemente e rimasi affascinata da quella donna. Il giorno dopo, al sole in spiaggia, lo lessi tutto d’un fiato. Tornai in albergo arrostita davanti e bianca di dietro! Al ritorno dalle vacanze cominciò a restringersi quel mare tra il dire e il fare e anche la mia vita che, come Emily, cominciai a chiudere dentro casa. Chiusi anche la chat. E mentre i problemi familiari e di lavoro aumentavano, io scrivevo, di nascosto, le mie paure, le angosce, le mie proteste, i sogni, le solitudini, i ricordi e le fantasie.


DOMANDA. Come avviene la tua scrittura? In quali ore, in quali luoghi e su quali supporti?

RISPOSTA. Ho quasi sempre scritto di mattina, che è la fase del giorno in cui riesco a concentrarmi meglio. Certe volte mi ronza in testa, mentre cucino o mentre faccio le faccende, un pensiero, una frase, un verso, così lo annoto sul primo pezzo di carta che mi capita sottomano: carta igienica, scottex o anche il sacchetto del pane. Poi, appena ho un po’ di tempo, mi siedo davanti al computer, apro word e scrivo. Come per magia, quello che avevo scritto sul foglietto diventa un testo compiuto. Quasi mai ne esco soddisfatta, ma mi consolo dicendomi che per le mie capacità e per la mia scarsa cultura è abbastanza.
Il mio pc sta in una stanzetta situata tra due camere da letto, senza finestre. E’ la stanza buia da cui io guardo il mondo e me stessa, e quello che scrivo è il frutto del mio guardare. In quella stanza ho tutto: i libri, i ricordi, il computer, la tavola da stiro e i panni da stirare. Ho anche i pupazzi di peluche che mi fanno compagnia. Ad alcuni do una voce e diventano i miei amici parlanti. Mia figlia mi dice che soffro di “animismo infantile”, ma credo che questa mamma un po’ bambina e un po’ giullare non le dispiaccia.


DOMANDA. Che cosa ti ha indotto a pubblicare i tuoi scritti? Quando e come lo hai fatto la prima volta? (scusa la domanda un po’ voyeuristica)

RISPOSTA. Devi sapere che io sono molto gelosa delle mie cose e a maggior ragione dei miei scritti seppure li sparpagli nel vento. Pertanto, quando chiusi con la chat, avendo fatto leggere a qualcuno di quegli interlocutori ciò che scrivevo, per timore che i miei pensieri perdessero le loro radici, pensai di dar loro una “maternità pubblica” avvalendomi delle possibilità che il Web offre. Avevo sentito parlare di questi siti letterari dove è possibile pubblicare e subito ne cercai uno e poi un altro e altri ancora. Così scoprii un mondo di persone accomunate dalla passione per la scrittura. Persone che ho sempre ritrovato lungo il mio percorso durante tutti questi anni girovagando tra un sito e l’altro. Una volta decisi di inviare alcuni testi a Maurizio Cucchi che su La Stampa web cura (o curava?) la rubrica “Lo Specchio” attraverso la quale esprime i suoi giudizi o fornisce consigli per migliorarsi. Non mi aspettavo certo un’esultanza da parte sua, ma nemmeno mi sarei aspettata il suo totale silenzio che mi pose davanti a un bivio: continuare a scrivere o smettere? Ritenni, al di là di ogni motivazione circa quel silenzio, che smettere sarebbe stata la scelta sbagliata perché mi avrebbe precluso la possibilità di continuare a imparare. Perché, sostanzialmente, di questo avevo e ho bisogno: imparare. E si impara non solo attraverso lo studio ma anche attraverso l’esperienza. Per anni ero stata assente dai libri di letteratura, avendo dovuto per necessità lavorative e familiari, dedicarmi ad altro e ad altri “studi” e sentivo che era giunto per me il momento di riparare in qualche modo a quell’assenza.


DOMANDA. Dopo aver pubblicato innumerevoli poesie su LaRecherche.it, per un periodo, hai scelto di rimanere in silenzio. Sembrava fossi rimasta senza parole. Poi, sei tornata, più splendente di prima. Cosa ti aveva portato a “smettere” e perché “hai ricominciato”?

RISPOSTA. Alla fine del 2007 ero appena uscita da un periodo molto duro della mia vita; ero provata e depressa, avevo chiuso ogni rapporto con i vari siti letterari pervasa da timori e fisime di ogni genere, vagavo in uno stato di confusione mentale e di apatia e non riuscivo più, quasi fosse un rifiuto interiore, a scrivere una parola. Poi, un giorno - forse fuori pioveva pure -come in “Kiss me Licia”, incontrai Giuliano (Giuliano Brenna) per caso e conobbi LaRecherche.it.
Citando Richard Bach, credo che “niente è per caso”, ma anche se lo fosse, fu proprio un bel caso! Quindi, approdata come un naufrago, con tutta la sua ungarettiana allegria, cominciai a proporre il “già scritto”. Infatti nello spazio riservato alla biografia personale si può leggere: “sono alla ricerca dell’ispirazione perduta”. Quando pensai di aver esaurito le mie proposte, cernendole dai miei scritti, rimasi in silenzio non senza grande sofferenza. Perché volevo scrivere e in quel preciso momento più che mai. All’improvviso, anzi, suddenly, come in “Yesterday” dei Beatles, la notte di Halloween, mentre negli Stati Uniti eleggevano Barack Obama Presidente, grazie al cercarime da poco messo a disposizione da LaRecherche, scrissi una filastrocca, quella di Zucca Barucca. E così da un gioco di rime e di parole la “mia penna” riprese i suoi incerti passi. Ora io chiamo LaRecherche.it “la mia casetta della poesia”.


DOMANDA. Spesso hai affermato di non essere Poeta. Visto che a me pare che tu lo sia, mi viene spontaneo chiederti perché rifiuti questo appellativo e quali sono, invece, le caratteristiche che una persona e/o i suoi scritti devono avere perché si possa fregiare di tale titolo?

RISPOSTA. Come ho già detto, cominciai a scrivere quasi per “darmi un tono”, per “non essere da meno”, pensando che essere poeti fosse soltanto la capacità di assemblare due o tre parole ad effetto. Ma scrivendo mi sono accorta che non è così. Che il poeta non può dirsi tale se la poesia, in primis, non alberga nella sua essenza di uomo e, in secundis, se non ha le conoscenze e le basi culturali per far sì che quella poesia possa essere resa con le parole in modo efficace e soprattutto universale. Quando ad esempio leggo “Mattino” di Ungaretti, penso che non può esserci un modo migliore, o parole migliori per esprimere lo stesso sentimento. Penso che quella è poesia allo stato puro, che riesce a trasmettermi molto di più di quanto, probabilmente, era nell’intenzione del Poeta. Perché la Poesia deve superare il Poeta, una volta che il Poeta l’ha scritta. Allora, scuoto la testa, sorridendo mestamente di me e delle mie parolette incerte e confuse. La parola poetica deve rilasciare emozioni, vere e forti, “scappellare la testa”, come diceva Emily Dickinson. Il Poeta ha una grande responsabilità, sociale, oltre che umana. Però, ogni responsabilità assunta, richiede grande impegno e competenza. Competenza che io ancora non possiedo e, nonostante la mia foga di impegno, la mia scrittura non ha ancora trovato un suo stile. Scrivo in forme diverse, almeno a me pare così. Spazio dal gioco di parole, alle filastrocche per bambini, scrivo in rima oppure no, a volte persino in metrica e altre in modo prosaico, colloquiale o intimista. E tutto senza delle solide basi di conoscenza, ma in modo estemporaneo e spontaneo, che io chiamo “a modo mio”.
Credo che solo chi legge possa definirmi tale, ma io voglio sentimi svincolata da un titolo che non sono sicura di poter onorare. Voglio restare libera di continuare a scrivere, quando posso e come posso. Quel giorno che non avrò pensieri, emozioni, idee da scrivere, non voglio trovarmi “costretta” a scrivere comunque, magari sfoggiando capacità tecniche acquisite, per non perdere l’eccellenza del nome. E non è vigliaccheria, la mia, ma un modo per rispettare la Poesia (m’è venuta anche la rima e così sia!).


DOMANDA. Quali sono i tuoi autori preferiti? E, fra i generi letterari, quale ti è più consono?

RISPOSTA. Non ho mai approfondito un autore in particolare, fino a sviscerarlo e farlo mio e sono abbastanza digiuna di conoscenze dei generi letterari di cui ho vaghe e lontane reminiscenze scolastiche. Amo leggere poesie e quando ne trovo una che mi fa vibrare anima e corpo m’informo sull’autore e ne cerco altre sue da leggere. Ci sono infatti poeti che leggo più spesso come Emily Dickinson o Eugenio Montale. Mi piace Borges, Pessoa e i suoi eteronimi, Leopardi (soprattutto il Leopardi delle lettere e delle Operette morali), Catullo, Apollinaire (ho letto “Gli amori” e mi sono innamorata), Hikmet, i Carmina Burana. In gioventù leggevo soprattutto autori teatrali come Plauto, Moliere (di cui interpretai alcune delle sue scaltre cameriere oltre che alla Notte e Alcmena nell’Anfitrione), Goldoni, Machiavelli, Pirandello, Ionesco che sento molto attuale e mio per il tema dell’incomunicabilità e, ovviamente, Oscar Wilde, la cui ironia è esilarante. L’ermetismo è uno dei generi letterari che mi affascinano molto. Ho letto Queneau e sono impazzita per lui, Bergson e ho imparato molto, così come ho imparato molto da De Mauro e la sua “Storia linguistica dell’Italia Unita” e dai miei vecchi studi di linguistica e filologia romanza. Ai romanzi preferisco i saggi, sicuramente. Adoro Richard Scarry e Gianni Rodari, con i quali ho allevato mia figlia, insieme ai fratelli Grimm.
Ma non ho un modello di riferimento e mi fa piacere quando un lettore/commentatore, legge nei miei scritti l’eco di un qualche autore. In quei momenti mi sento anch’io (ma appena appena) Poeta.


DOMANDA. Sei una delle “presenze storiche” de LaRecherche.it. Descrivici la tua esperienza nel sito, come lo vedi, i suoi pregi e difetti.

RISPOSTA. Fu Giuliano Brenna a farmi conoscere LaRecherche.it. Lo visitai, vidi che era ai suoi albori, poco frequentato, silenzioso e tranquillo. Ritenni fosse il “luogo” (parola che preferisco a “sito”) adatto a me in quel periodo. Mi sono sentita subito ben accolta e a mio agio. Lo dimostra il fatto che ho costruito al suo interno “la mia casetta”. Ho sempre espresso liberamente il mio pensiero e quando, a volte è successo, sono stata scorbutica per motivi miei, nessuno mi ha giudicata o, tantomeno censurata, come invece mi è capitato in altre sedi. Quando ho azzardato una qualsiasi proposta è stata accolta e questo mi ha fatto davvero un immenso piacere.
L’ho visto crescere, con calma e sommessamente e anche io credo di essere cresciuta al suo interno.
Si respira un’aria di sensibilità e serietà che mi piace. Forse mancano un po’ di “incontri ravvicinati”, in senso virtuale, tra i vari autori. Si legge e qualcuno commenta, ma ci si conosce poco. Personalmente, poi, non conosco nessuno neppure di persona. Appena potrò, colmerò questa lacuna.
Ora si è molto arricchito, con gli e-book, con le poesie settimanali, con le nuove importanti presenze, coi dibattiti che si fanno nel “back-stage” delle pubblicazioni.
Credo che nella mentalità di chi è abituato a frequentare altri tipi di siti, che io stessa frequento o ho frequentato, LaRecherche.it appaia poco movimentata, poco frizzante. Questa è almeno la sensazione che ne ho ricavato quando ho invitato qualcuno a visionarla o a partecipare. E’ perché non si veste di lustrini e paillettes. Rimane composta nei suoi abiti minimalisti ma, per chi vuol vedere, colorati di buon gusto.
Grazie dunque a Giuliano che, trovatami sperduta nel Web, mi ha condotta “a casa”!
E grazie, davvero, di cuore a tutti, con un battito speciale per Roberto Maggiani.


DOMANDA. Pensi che la tua proposta poetica continuerà in forma elettronica e per singoli testi o succederà che proporrai testi in una raccolta, elettronica o a stampa?

RISPOSTA. Non lo so, non ci penso. Posso solo dire che non condivido le pubblicazioni a pagamento e preferisco il cartaceo all’elettronico. Ma di me non so niente.


DOMANDA. Vuoi dire qualcosa anche ai tuoi compagni di viaggio su LaRecherche.it?

RISPOSTA. Sì, solo una citazione, senza nominare la fonte…
“Volemose bene”.


Grazie Lorena.

 Lorena Turri - 05/03/2011 15:04:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Ringrazio Silvia Rizzo per la sua lettura, non solo dell’intervista ma anche delle mie poesie e del suo apprezzamento che mi rende particolarmente contenta e mi onora.

 silvia rizzo - 05/03/2011 07:54:00 [ leggi altri commenti di silvia rizzo » ]

Ho letto l’intervista di Lorena, di cui avevo già apprezzato le poesie, e, a parte che mi sento di condividere tutto quello che dice sulla poesia e sulla Recherche, l’ho trovata molto ben scritta, di alta qualità letteraria, quasi un delicato racconto in forma di intervista.

 Lorena Turri - 04/09/2010 18:19:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Grazie Maura. Non so che dire se non che sono commossa.
Mi siete tutti tanto cari.

 Maura Potì - 30/08/2010 13:53:00 [ leggi altri commenti di Maura Potì » ]

Cara Lorena, ho avuto modo altrove di esprimere il mio apprezzamento per quest’intervista e, in altre occasioni, di ringraziarti per i commenti sempre attenti ed arguti.
Questo spazio mi offre ora l’opportunità di dirti pubblicamente quanto la tua presenza in questo sito abbia contato nella mia decisione di eleggerlo a " sito più raffinato del web".
Non solo come scrittrice, ma anche come donna, ho colto delle assonanze che da un anno a questa parte, mi hanno fatto sentire, insieme ad altri scrittori che apprezzo e stimo, in uno speciale cenacolo letterario.
Grazie per il tuo prezioso contributo! e grazie a Maria e a tutte le persone straordinarie che lasciano qui un segno di elevato spessore umano e letterario.

 Lorena Turri - 26/08/2010 17:42:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Maria, grazie a te. Sarebbe stato bello farla vis-à-vis davanti a una tazza di tè e un vassoio di madaleinettes... ma noi ci accontentiamo anche così! Un abbraccio.

(A te, "ti voglio bene" l’ho detto per prima!)

 Lorena Turri - 26/08/2010 17:35:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Antonio De Marchi-Gherini
Suvvia, cerchiamo di voler bene anche a Cucchi!
Un grazie da parte mia e anche da parte del mio spiritello...

 Lorena Turri - 26/08/2010 17:30:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Guglielmo, credo che Carmelo, almeno io ho inteso così, si riferisse allo scrivere poesia...
Grazie di essere passato di qui.

 Maria Musik - 19/08/2010 10:55:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Grazie cara amica per esserti donata. Intervistarti è stata una delle migliori esperienze che larecherche mi ha offerto.

 Antonio De Marchi-Gherini - 18/08/2010 18:56:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Un’intervista sincera e rovesciata come un calzino. Dire parole in aggiunta può risultare superfluo. Comunque la poesia che nasce nei ritagli di tempo, quella che qualche spiritello ispira mentre si è in tutt’altre faccende affacendati è sempre la migliore, magari manca di ’tecnica’ ma di certo il contenuto è succoso e profumato. Quanto a Cucchi é uno dei poeti più snob ai quali è bene mai rivolgersi per giudizi e pareri e non è nemmeno un gran poeta come vuole accreditarsi. Ha sempre sgomitato perchè ha avuto la fortuna di lavorare in case editrici importanti e da lì ha sempre pontificato, spesso a sproposito.
Un abbraccio e un augurio affettuoso

 Guglielmo Peralta - 18/08/2010 00:38:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Credo fermamente (e non condivido, perciò, i limiti imposti alla poesia da Carmelo) che la poesia sia l’unico amore eterno, nel senso che cresce e matura con l’età. Se l’eternità, che non ha principio nè fine, appartiene a Dio, che è il Poeta per eccellenza, all’uomo/poeta appartiene il tempo della poesia, un’eternità anomala, che ha un principio, ma non una fine. Perché la morte estingue la vita ma non la poesia!

 Lorena Turri - 17/08/2010 23:17:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Giuseppe Bisegna

Giusè, sto pensando di farmi intervistare più spesso... ;-)
Grazie della lettura.

 Lorena Turri - 17/08/2010 23:14:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Carmelo Pirrera

Condivido questo suo pensiero:
"Amare la poesia quando i vent’anni son passati è un po’ meno facile ed ancor più difficile è scriverne, cioè parteciparla a terzi - lettori o ascoltatori - con la quale condividerla come se fosse un pane."
La ringrazio della sua attenzione.

 Lorena Turri - 17/08/2010 22:36:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Nando

Grazie anche a te, Nando, che spesso mi leggi e mi commenti.
Riguardo al teatro possiamo scambiarci qualche pensiero in privato.
Scrivimi, sarò lieta di raccontarti la mia modesta giovanile esperienza che porto nel cuore.

 Lorena Turri - 17/08/2010 22:33:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Joe

Ti ho già ringraziato in privato... ti voglio bene, ma questo già lo sapevi!

 Lorena Turri - 17/08/2010 22:32:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Marzia Alunni

La ringrazio tantissimo per il suo passaggio e per le sue parole.
Non mancherò di leggere qualche opera di sua madre.

 Lorena Turri - 17/08/2010 22:28:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Franca
Grazie, Franca. Per me è un onore sapere che mi leggi, ma è un onore che non credo di meritarmi. In ogni caso mi riempie il cuore di gioia.
Sono così rare le gioie, che bisogna farne scorta quando capitano.

 Giuseppe Bisegna - 16/08/2010 21:45:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Bisegna » ]

Lore’, dopo aver letto l’intervista ti voglio un po’ più bene :)

 Carmelo Pirrera - 16/08/2010 12:18:00 [ leggi altri commenti di Carmelo Pirrera » ]

I modi per accostarsi alla poesia sono tanti, in ogni caso c’è all’origine una sorta di "innamoramento". Forse a vent’anni - non avendo un’anima porcina - si è un po’ tutti poeti ed è la poesia l’unica testimonianza certa dell’esistenza dell’uomo. Amare la poesia quando i vent’anni son passati è un po’ meno facile ed ancor più difficile è scriverne, cioè parteciparla a terzi - lettori o ascoltatori - con la quale condividerla come se fosse un pane. In ciò taluni riescono e in tal caso si è poeti anche se tali si è diovenuti per contagio. Poesia-rosolia, poesia-morbillo, poesia-scarlattina, ma vivaddio, poesia!

 Lorena Turri - 16/08/2010 11:57:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Loredana

Noi due abbiamo anche un nome simile, come il nostro sentire. Abbiamo avuto modo di conoscerci un po’ anche in privato e questo è molto bello. Tu sei tra le prime nella mia lista mentale delle persone che un giorno vorrei poter "toccare con mano".
Ti ringrazio per tutte le volte (praticamente sempre) che hai dedicato tempo e parole ai miei scritti. Forse tu non lo immagini, ma te lo voglio dire: quando non trovo un tuo commento, provo come una solitudine. Sei una lettrice attenta e garbata, nonchè un’ottima poetessa. Una donna di grande umanità. Ti abbraccio forte.

 Lorena Turri - 16/08/2010 11:44:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Juanne Salvador

Grazie, Giovanni, non sai che piacere mi ha fatto trovarti tra questi commenti.
Lo so, è difficile volersi tutti bene, ma ci si può provare. Un abbraccio.

 Lorena Turri - 16/08/2010 11:40:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

@Roberto R. Corsi

E’ dai tempi che acquistai quei libretti che non torno in Versilia e ho perso un po’ la memoria delle vie e dei luoghi. Mi pare di ricordare che la libreria si trovasse verso la fine di Lido di Camaiore, andando in direzione Viareggio, su una strada parallela al lungomare.
Galeotta fu la libreria!
Ormai il danno è fatto... :-)))

Grazie della lettura e della tua attenzione.

 Nando - 16/08/2010 09:46:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Ho letto con piacere ed interesse l’intervista, che mi ha lasciato la curiosità di conoscere qualcosa di più, se fosse possibile, del rapporto di Lorena Turri con il teatro.
Un saluto

 Joe - 15/08/2010 23:49:00 [ leggi altri commenti di Joe » ]

Bellissima intervista. Molto brava e affascinante la poetessa intervistata. Ho letto con piacere.

 Marzia Alunni - 15/08/2010 22:09:00 [ leggi altri commenti di Marzia Alunni » ]

L’autrice intervistata riesce a sintetizzare insieme il suo amore per la scrittura e per la condivisione di esperienze illuminanti dal punto di vista umano. In tal modo Lorena Turri guadagna in simpatia e credibilità. L’intervista lo rivela con chiarezza, mettendo a fuoco la genesi e l’evoluzione del suo percorso creativo individuale.
E’ ininfluente perciò discutere di poetiche e rilevare caratteristiche testuali se poi la scrittura non da gioia a chi la pratica, nè conquista i lettori. Scrivere dovrebbe essere intrisecamente una gratificazione, di per sé, ovvero un’esperienza di crescita, anche di tipo ludico, indipendente dai riconoscimenti esterni ( sempre aleatori). Maria Grazia Lenisa (mia madre e scrittrice a 360°) diceva delle suoe opere che si era divertita moltissimo a scriverle, nonostante l’impegno profondo che la creatività rappresenta a certi livelli di espressione.
Il coinvolgimento provocato dalla lettura poi, che riveste un ruolo nello spingere Lorena a scrivere, conferma l’importanza dei libri per
maturare qualsiasi scelta di creatività, è giusto che La Recherche non si stanchi di sottolinearlo.
Un augurio dunque alla scrittrice-casalinga e alla sua tovaglia miracolosa!

 Franca Alaimo - 15/08/2010 21:46:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Lorena rivela, in questa intervista, una bella personalità, sincera, affettuosa e spontanea, e, soprattutto, una gran voglia di apprendere e confrontarsi con gli altri, sempre indispensabile per crescere. E’, inoltre, una casalinga sui generis visto che coltiva così tanto la lettura e quali letture!
Quanto alla varietà dei generi, non mi sembra una pecca, anzi...l’esercizio è sempre utile, allena l’orecchio alla musicalità, alle sfumature del dire.
Per tutto questo faccio i miei complimenti a Lorena Turri e, ovviamente, tantissimi auguri. Si cresce leggendo e scrivendo, come dice lei: e, dunque, buona lettura e buona scrittura.
Quanto a me, sai bene che ti leggo con piacere.

 Loredana Savelli - 15/08/2010 21:45:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Credo che solo chi legge possa definirmi tale (poeta), ma io voglio sentimi svincolata da un titolo che non sono sicura di poter onorare. Voglio restare libera di continuare a scrivere, quando posso e come posso. Quel giorno che non avrò pensieri, emozioni, idee da scrivere, non voglio trovarmi “costretta” a scrivere comunque, magari sfoggiando capacità tecniche acquisite, per non perdere l’eccellenza del nome. E non è vigliaccheria, la mia, ma un modo per rispettare la Poesia (m’è venuta anche la rima e così sia!)."

Queste tue parole sento partcolarmente vicine al mio sentire e confermano il tuo spessore umano e artistico, secondo il mio punto di vista. Le considero parole oneste prima di tutto verso te stessa e coerentemente verso la poesia. Essa non può essere un mestiere eppure ha un che di doveroso, di necessario per chi scrive e per chi nella scrittura si rispecchia, alla ricersa di se stesso.

 Juanne Salvador - 15/08/2010 21:21:00 [ leggi altri commenti di Juanne Salvador » ]

Volemose bene ma tutti...auguri Lorena|

 Roberto R. Corsi - 15/08/2010 20:24:00 [ leggi altri commenti di Roberto R. Corsi » ]

Bella intervista,parole ponderate ed equilibrate.
Curiosità: qual era la libreria Versiliese in questione? Io giro giro "on the coast" e di libri di poesia ne trovo ormai ben pochi...

Buon Ferragosto agli amici tutti, RRC

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