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Moammed - in memoria di Giuseppe Ungaretti

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Quel timore allegro

sepolto sotto il porto dei tuoi ricordi

attraccati da sangue

e notti gelide

nelle terre per sempre confuse

dall'ambizione dell'uomo malvagio.

 

Naufragato nella nostalgia

dei libri d'Alessandria

del vino di Parigi,

soltanto la quiete accesa t'ha forse spolverato il cuore.

 

E adesso perdonami 

per aver giocato troppo a sprecare

parole nascoste,

fratello.

 Ivan Pozzoni - 24/01/2018 13:52:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Questo testo colpisce molto…

 Loredana Savelli - 11/02/2014 22:57:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Bellissima. Complimenti!

 Lorenzo Mullon - 11/02/2014 13:29:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Ricevo una richiesta di chiarimento. La poesia mi ha innescato una riflessione, e quindi ringrazio. Mi è piaciuta. Non so, potrei anche aver ricevuto una richiesta di oscuramento, visto che la materia è complessa e profonda come il nostro sguardo, ed ognuno legge o può leggere solo quello che gli interessa, e gli appartiene. Sono grato ad Ungaretti perché, quand’ero bambino, vedendolo in TV, senza capire niente del m’illumino d’immenso, ho sentito un’esplosione nel mio hara, per dirlo alla nipponica.
Mica una cosa estetica, no, esistenziale. Non sopporto l’arte estetica, la bellezza per la bellezza. Guardo invece alla Bellezza come a una forza concreta, che ci deve attrarre a sé, liberandoci.
Non ho pazienza con chi parla di paradisi futuri impossibili.
I paradisi possono capitare nel presente, non altrove.
Anche in una trincea.
Ne parlo spesso con un frate poeta, che è per tirarlo qui, il paradiso, e guarda caso è stato trent’anni nel Giappone dell’hara, che coincidenza!
Non che si possano eliminare il dolore e i dispiaceri, no, ma cavalcarli sì. E Ungaretti, da grande sciamano del Nilo, me l’ha insegnato, semplicemente girando un bottone.
Mica male, eh, alla faccia di chi non si accorge del potere della Poesia, o lo vuole mistificare. Parliamone.
Ri-grazie!

 Lorenzo Mullon - 11/02/2014 10:15:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Eh, che meraviglia, una grotta, ancora poco esplorata, per niente compresa, che ne sappiamo di Ungaretti, come di Whitman, pensiamo che la poesia sia fatta di metafore, invenzioni stilistiche, sia una questione di musicalità, di forma, di estetica, diciamo bello senza capire il messaggio, senza farci investire dal messaggio, pur di rimanere nel nostro brodo quotidiano.
Grazie!

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