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al testo proposto da Loredana Savelli
19 gennaio 1944
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Ti leggo dolci versi d'un antico, e le parole nate fra le vigne, le tende, in riva ai fiumi delle terre dell'est, come ora ricadono lugubri e desolate in questa profondissima notte di guerra, in cui nessuno corre il cielo degli angeli di morte, e s'ode il vento con rombo di crollo se scuote le lamiere che qui in alto dividono le logge, e la malinconia sale dei cani che urlano dagli orti ai colpi di moschetto delle ronde per la vie deserte. Qualcuno vive. Forse qualcuno vive. Ma noi, qui, chiusi in ascolto dell'antica voce, cerchiamo un segno che superi la vita, l'oscuro sortilegio della terra, dove anche fra le tombe di macerie l'erba maligna solleva il suo fiore.
(da "Giorno dopo giorno", 1947, http://cantosirene.blogspot.it/2014/01/notte-di-guerra.html)
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