LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Giuliano Brenna
La lingua salvata. Storia di una giovinezza

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
E’ pensabile che l’educazione e il contesto sociale possano creare un genio da un uomo tra i tanti? E’ quello che viene da pensare di fronte a questa accorata autobiografia del premio nobel Elias Canetti che ci racconta, attraverso 360 pagine, la sua vita dagli inizi sino al 1921. I primi anni vissuti nel villaggio natale in Bulgaria, lungo il Danubio, sono narrati con disincantata innocenza, una sorta di visione fanciullesca tinta da pensieri adulti, o forse rivisti col proverbiale senno di poi. A far da elemento centrale a questi anni dell’infanzia vi è la morte, la prima volta minacciata dal piccolo Elias, armato di accétta contro la cugina; la seconda volta rischiata da lui stesso con un imprevisto bagno in un gigantesco mastello di acqua bollente, dalle ustioni lo salverà l’amore paterno, e con l’amore paterno giungeranno le prime amatissime letture, che saranno la base della passione letteraria del piccolo. Il primo dei due episodi, quello dell’accétta, gli resterà indelebilmente impresso e verrà ripreso via via nel corso dei ricordi, questo episodio farà sì che lo scrittore aborrirà per sempre la violenza e l’omicidio dettati da qualsivoglia motivo; del secondo episodio restano tracce negli altri libri di Canetti, forse anche il rogo di “Autodafé” è alimentato da quello stesso fuoco che teneva l’acqua in ebollizione.
L’autore trasferito con la famiglia a Birmingham, per volontà del padre, sfidando l’anatema del patriarca Canetti, si troverà di nuovo faccia a faccia con la morte, infatti anatema o clima britannico o altro, il padre, l’amatissimo padre dispensatore di affetto e degli amatissimi libri morirà repentinamente. Comincia così per Elias la struggente gelosia per la madre, teme che qualcuno possa portargliela via, giunge ad odiare lo zio e si sente tranquillo solo quando può averla tutta per sé, senza spasimanti o parenti intorno. La madre si prodiga per fare avere ad Elias una adeguata istruzione, gli insegna con metodo stravagante, personalissimo ma astutamente efficace il tedesco, lingua sin lì riservata ai dialoghi segreti tra i due coniugi. Poi la madre porta il bimbo in Svizzera e lo iscrive ad una scuola, lasciandolo a convitto in una casa abitata solo da donne, da dove lo strapperà per evitare di fargli assumere pose troppo romantiche. L’autobiografia di Canetti oltre a mostrarci uno spaccato della vita domestica ci illustra un mondo ormai sparito, quella società che gravitava tra Vienna e Zurigo, ma soprattutto mostra un modo di vivere ormai scomparso, e considerando che la famiglia Canetti era ebrea è facile immaginare come con la follia nazista tutto quel microcosmo sia stato distrutto.
Dalle pagine di questo primo tratto di autobiografia di Elias Canetti emerge vigoroso un modello di educazione che si è rivelato assai efficace, lo scrittore è stato anche insignito del premio Nobel nel 1981, un modello che colpisce soprattutto per il fatto di essere completamente scientifico e letterario, una sorta di illuminismo totalmente scevro da bigottismi e da retaggi culturali antichi. Facilmente la famiglia ebrea di Canetti avrebbe potuto inculcare i riti e le credenze proprie della religione nell’educazione del bimbo, ma la fermezza della madre ha imposto un modello totalmente laico – e questo è un punto ancora attualissimo nel nostro Paese – Canetti nel suo narrare dimostra come la mente deve essere libera e stimolata ad aprirsi a tutto tondo senza intralci di fanatismi o credenze. La mamma accompagna il piccolo Elias nella sua scoperta della letteratura, facendogli capire le cose in modo già adulto, con un rigore morale ineccepibile e proiettato verso l’esterno, la comprensione del mondo e degli altri. La fanciullezza del nostro scrittore è stata anche sfiorata dall’antisemitismo, ma in un modo assai manierato, i compagni lo trovano saccente e spocchioso e lo attaccano dove ritengono essere il suo punto debole. Anche qui la madre saprà indirizzare il fanciullo verso la comprensione dei propri sbagli e la comprensione delle motivazioni altrui.
Il libro, oltre che bellissimo da leggere per la leggiadria delle costruzioni canettiane, col suo linguaggio puro e rutilante, scorrevole ma ricchissimo di fraseggi colti ed eleganti, è una valida testimonianza su di un modo ormai scomparso, e un omaggio ad una figura importante come quella della madre, che ha saputo essere oltre che genitrice, amica e maestra, senza abbandonarsi a smancerie, melensaggini ma ponendo di fronte al piccolo Elias, da subito, la responsabilità per il cammino che andava intraprendendo.

 Giuliano Brenna - 11/01/2011 16:20:00 [ leggi altri commenti di Giuliano Brenna » ]

Debbo fare una correzione fattami notare da un attento lettore, la famiglia Canetti si trasferisce a Manchester e non a Birmingham. Ringrazio il lettore per la correzione e mi scuso con tutti! Un’ora nell’angolo con le orecchie da somaro!!

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.