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al testo di Savino Carone
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Congegno ligneo che già fu parte di Macchina Complessa, nel mare gonfio e spesso adesso batte, senza trovar porzione di una terra
ma vento che sferra i suoi colpi duri di onda in onda, si che il congegno sferzato affonda od emerge in condizione eretta, piena, lucente in guisa
di meccanismo in azione, talvolta inverso, come scosso da saetta, quasi sia cuore che d’amore brucia; così son io preso in questa stretta
mi dimeno avvolto da spumosa tresca da cui urge fugga, urge che esca prima che la mia preziosa macchina riduca in schegge la trista tempesta.
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