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al testo di Serenella Menichetti
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Azzurrità d'improvviso mi coglie: è pioggia d'acqua priva, che mi ammalia. Alla mia, una mano si congiunge, in un silenzio gonfio che raccoglie. Nello spazio dell'essere, ondeggiando raggiungo paesaggi sconosciuti.
Voli apparentemente senza meta dentro scenari pieni, senza copia. E' tempo strano questo, troppo cheto che appaga il mio appetito di sapere. E' bello questo viaggio inaspettato, Rileggere la storia: senza la fretta della primavera.
Qualche pagina squarcia la mia pelle altre, di petalo di fiore vellutato alleviano ferite ripetute. Oscilla l'altalena senza tregua nel lento divenire degli eventi.
Vento autunnale, le pagine sfoglia con lentezza sincera, senza veli, di un libro antico, eppure ancora nuovo riscoperto al cadere delle foglie, da occhi traboccanti di stupore.
L'inverno attende intanto sulla soglia. Che l'autunno rechi frutti e li consumi. Per intonare poi con voce lieve, di miele, ninna nanna del riposo. |
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