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al testo proposto da Gian Piero Stefanoni
Soglia
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Emergo dalla caverna della mente nel buio più profondo di fuori, dove le cose passano e il Signore non si trova in nessuna.
Ho udito la quieta piccola voce ed era quella dei miei batteri a demolire il mio cosmo. Io non ho indugiato troppo a lungo su
la soglia, ma dove posso andare? Guardare indietro significa perdere l’anima che io stavo conducendo in alto verso la luce. Guardare avanti? Ah,
quale equilibrio si richiede ai bordi di un tale abisso. Io sono solo sulla superficie di un pianeta rotante. Cosa
fare se non, come di Michelangelo l’Adamo, tendere la mia mano fuori verso lo spazio ignoto. Sperando che un tocco mi risponda?
Da “Il senso è nell’attesa”, (a cura di Domenico Pezzini), Ancora editrice, 2010.
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