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al testo di cristina bizzarri
Mia sparsa solitudine t’indosso
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Mia sparsa solitudine t'indosso nel quieto stare che disegnando foglie mi circonda e copre - saio d'aria senza tessuto di parole ruvide, o preghiera. Indosso nuda la gioia di me stessa in altro - e non so dove.
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Cristina Bizzarri
- 10/06/2014 09:18:00
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Buongiorno a tutti dal mio convento, grazie della visita! ( quando da Loreto non torno Civitanova in attesa di scrutini o altre faccende scolastiche, come ieri, mi rintano allhotel San Francesco vicino alla scuola, dove non va nessuno dei miei colleghi che o restano a pranzo al ristorante della scuola quando è aperto, o mangiano un panino o vanno altrove ... insomma quella del S.F. non è una soluzione prevista ... e a me piace molto stare da sola, sentirmi scopritrice e unica fruitrice di un luogo così bello, dove ormai mi conoscono e coccolano. Un vago narcisismo? Bè direi di sì! Ma non è disgiunto da un mio reale bisogno di solitudine, che da sempre fa parte di me. E il piccolo giardino interno era prima un chiostro ...)
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Cristina Bizzarri
- 10/06/2014 09:05:00
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Buongiorno a tutti dal mio convento, grazie della visita!
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Franca Alaimo
- 09/06/2014 23:50:00
[ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Che bella poesia carica di gioia e luminosamente sonora!Senza, spesso, si possiede il Tutto.
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cristiana fischer
- 09/06/2014 22:36:00
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francescana? o quietista? ;-)
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Loredana Savelli
- 09/06/2014 16:04:00
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Il riposo (ti) fa bene: magnifica poesia, tra le altre magnifiche che scrivi.
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Lorenzo Mullon
- 09/06/2014 15:47:00
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ellah, non esagerare ... va bene va bene, scherzo !
i poeti non hanno paura di indossare nemmeno il vuoto.se è vuoto, che male vuoi che ti faccia
ci vogliono gli attributi, però, gli attributi da poeta
( lho appena scritto negli interminabili commenti a Gödel del Battagliero ... e va bene così, che ce ne siano di interminabili, qualcuno ha paura di qualcosa? secondo me sì, terrore, di scoprire se stessi )
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Ferdinando Battaglia
- 09/06/2014 15:21:00
[ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]
Una povertà estrema, radicale (nessuna parola, tantomeno una preghiera), dentro lo stupore gioioso di sapersi (autocoscienza) esistenti.
Ciao Cristina, bella poesia, emozionante per chi ti legge da un po.
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