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Lo psichiatra t’imbottisce di farmaci, lo psicologo e lo psicanalista ti riempiono di parole, tutti ti svuotano le tasche.

 Angelo Ricotta - 10/11/2016 21:37:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Klara Rubino "era un po’ offensivo, non trovi e contraddittorio?!"
Invece proprio questo volevo evitare con il mio richiamo all’umiltà e alla semplicità.
Non ingarbugliamoci con le parole. Fede, ragione. Parole. Ambigue. Fuorvianti.
Da Wikipedia. "Il termine sanscrito vedico veda indica il "sapere", la "conoscenza", la "saggezza", e corrisponde all’avestico vaēdha, al greco antico οἷδα (anticamente ϝοἷδα, da leggere "voida"), al latino video." Per conoscere devi vedere. Questa è la loro grande e unica lezione. Per il resto all’epoca i mezzi erano limitati e quindi anche i risultati non potevano andare oltre certi limiti. Perciò questi testi sono ormai inservibili. Oggi siamo andati ben oltre. Ma bisogna saper guardare attraverso.

 Klara Rubino - 10/11/2016 19:11:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Angelo tu hai sbagliato quando prima hai fatto appello al bisogno di maggior umiltà e poi te ne se uscito con " quale persona sensata etc. etc." , era un po’ offensivo, non trovi e contraddittorio?!
Il resto pare davvero un dibattito tra sofisti sulle parole più che sul contenuto.
Io ho una vocina che mi dice che avresti qualcosa di interessante da dirci su queste tue ricerche sul reale portate avanti con il rispettabilissimo e dignitosissimo metodo scientifico; sbaglia?
la Fede non sarebbe tale se non scavalcasse la ragione, comunque.

 Franco Bonvini - 10/11/2016 19:02:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Non spostare l’ attenzione da "tutte quelle che credono ci sia" al metodo. Il metodo lo troveranno.

 Angelo Ricotta - 10/11/2016 17:44:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Franco Bonvini "Tutte quelle che hanno cercato un nuovo metodo di verificazione..."
E quale sarebbe questo nuovo metodo di verificazione?

 Angelo Ricotta - 10/11/2016 17:35:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

"per quanto priva di argomentazioni"
Non mi pare che tu sia privo di argomentazioni. Sei sintetico, questo sì. Ma è proprio l’approccio che io adoro! Viceversa aborro i prolissi. Mi danno l’impressione di volerci travolgere con una valanga di parole per nascondere l’inconsistenza dei loro argomenti. E in definitiva mi annoiano.
"il metodo scientifico, tuttavia non lo ritengo l’unico approccio possibile alla decodifica del reale"
Vero! Ma è senz’altro, e di gran lunga, il migliore tra quelli finora sperimentati.
"anche gli scienziati oggi riconoscono pieno diritto come via di conoscenza sia all’arte che alla filosofia (io aggiungerei anche all’esperienza religiosa)."
Ci sono scienziati credenti in senso religioso che io considero un ossimoro. Ma nessuno è perfetto.
Comunque, a mio parere, l’arte non è una via di conoscenza della realtà ma un’espressione di sé. Ci può dare emozioni, visioni inusuali del mondo. Noi esseri umani ne abbiamo bisogno per essere stimolati verso la via della conoscenza. Le emozioni ci aiutano a fantasticare e ci occorre molta fantasia per comprendere la realtà. L’arte ci fornisce anche indicazioni preziose sulla nostra natura, su come percepiamo le cose. Ma se vogliamo davvero comprendere la nostra natura e ciò che ci circonda dobbiamo poi applicare il metodo scientifico. La filosofia invece è una via di conoscenza, o meglio lo è stata. Ormai, sempre secondo il mio parere, è stata superata dalla scienza. Oggi l’unica filosofia che abbia qualche valore è l’epistemologia, ovvero una riflessione sulla scienza nella sua totalità.

P.S. Ah Nando e daglie lassa perde sto ritornello del "privo di cultura". Semo in due no? Te l’ho già detto!

 Nando - 10/11/2016 16:20:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Angelo, è interessante, a mio avviso, questa agorà dove, anche per chi è del tutto privo di cultura come me, poter ascoltare il confronto dei saperi e delle idee e magari anche esprimere un’opinione, per quanto priva di argomentazioni; quindi non me ne volere se continuo a “filosofeggiare” (premessa mi corre l’obbligo di dire: l’umiltà e la semplicità non mi sono consentite, non perché non le ritenga virtù necessarie, ma perché non possono discendere se non da chi possiede la virtù della dotta conoscenza - parlando nell’ambito del sapere - e la consapevolezza della complessità del reale dominata con l’intelletto; poiché non possiedo nessuna delle due qualità, di conseguenza sono privo anche delle due virtù) Ora, per venire al tema:
Non disdegno il metodo scientifico, tuttavia non lo ritengo l’unico approccio possibile alla decodifica del reale, né l’evidenza del proprio vissuto può essere discusso da un metodo logico-razionale fondato sulla misurabilità e riproducibilità di un fenomeno (c’è in questo una sete di dominio che abita anche lo scienziato oltre la legittima e poetica curiosità); d’altronde, e per concludere, non è forse l’epistemologia la continua interrogazione che la ragione si pone sulla conoscibilità del reale?
Umiltà e semplicità credo occorrano anche ai discendenti di Galileo, perché prima e dopo di lui, antiche civiltà e uomini della strada, hanno conosciuto la vita e la Natura in ambiti estranei al metodo scientifico, che non può ascriversi il monopolio antropologico della conoscenza o della sua formulazione. Come esistono leggi fisiche diverse valide solo per scale diverse tra loro, così credo il metodo scientifico valga per alcune dimensioni fenomeniche e non per tutte; anche gli scienziati oggi riconoscono pieno diritto come via di conoscenza sia all’arte che alla filosofia (io aggiungerei anche all’esperienza religiosa).
“Quale persona sensata può veramente credere in qualcosa che non è verificabile neanche in linea di principio?”:
Ecco, ritenere insensato ciò che è fuori di quel criterio di verificabilità proprio dell’attuale metodo scientifico (v. il commento di Franco Bonvini), senza porsi alcun minimo dubbio di esaustività conoscitiva, mi sembra sfumi in una sorta di dogmatismo.


 Franco Bonvini - 10/11/2016 11:27:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Tutte quelle che hanno cercato un nuovo metodo di verificazione per verificare qualcosa fino ad allora inverificabile coi metodi conosciuti.

 Angelo Ricotta - 10/11/2016 10:21:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Nando "quindi il dogma è il metodo!"
No! Il dogma è un’affermazione inverificabile per definizione mentre il metodo scientifico è un procedimento che permette di verificare le affermazioni. Caro Nando con i sofismi non si fa molta strada nell’analisi della realtà. Bisogna essere più umili, più semplici. Quale persona sensata può veramente credere in qualcosa che non è verificabile neanche in linea di principio?

 Nando - 09/11/2016 19:11:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Hai ragione (ed io ho appreso qualcosa di più), allora è una questione non di contenuti ma di metodo, quindi: il dogma è il metodo!
Ho capito bene?

P.S. Ora tutti sapranno della mia grande ignoranza! Mi consola l’aggettivo "simpatico", non sarà scientifico e forse neppure fenomenicamente vero, però di qualcosa è pur sempre funzione (nel senso di: comunque funziona - soggettivamente, s’intende).

 Klara Rubino - 09/11/2016 17:53:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Condivido, era uno scambio, un confronto, non un’opera di convincimento.Buona ricerca!

 Angelo Ricotta - 09/11/2016 17:43:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Per Klara Rubino.
Dai maestri yogi ho imparato un concetto importante: ad ognuno la sua via. Quella che hai esposto è la tua via. La definirei Bhakti Yoga. La mia invece è quella della conoscenza scientifica. Una categoria non prevista dalle tradizionali classificazioni yogiche. Ma anche in questo contesto è giusto innovare. La realtà è così complessa! Occorre continuare ad indagare. Non ci si può fermare a conoscenze formatesi millenni or sono.

 Angelo Ricotta - 09/11/2016 17:17:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Per il simpatico Lig. E. Norant (alias Nando Battaglia)
che afferma "non è già di per sé l’ortodossia un concetto dogmatico?"
Nel caso della scienza non è così. Nella scienza ortodossia significa solo aderenza al metodo scientifico d’indagine: hai una teoria sulla realtà? Ebbene per essere scientifica deve essere verificabile, ovvero sottoponibile ad esperimento. Un esempio. Se sostengo che esiste la Trinità non ho alcun modo di verificare questa proprietà divina tramite esperimenti. Se affermo la legge di gravitazione l’esperimento mi dirà se è corretta o meno. La prima affermazione (la Trinità) è un dogma, la seconda (legge di gravitazione) è una legge di natura verificata.

 Klara Rubino - 09/11/2016 10:20:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Grazie al commento del nostro amico "l’Ignorante" come si definisce con autoironia egli stesso,ho scoperto che mi hai risposto, non so come, ma mi era sfuggito il tuo commento e non ci contavo più, mi fa molto piacere che ti sia aperto: noto grande dignità in te, ma a tratti pare diventare austerità.
Io credo che non si può approcciare allo Yoga ancorati alla ragione, cercando una risposta gnoseologica, io non pratico corsi, né frequento aggregati umani accorpati dietro a qualsivoglia dottrina, idea o suggestione, semplicemente sperimento personalmente sempre; le persone affini poi vengono spontaneamente e quelle diverse, opposte o complementari, se vengono è per arricchirci.
Da quello che ho letto, approfondito e sperimentato io, l’approccio delle pratiche meditative, tra cui lo Yoga, è legato alla sensibilità: all’intelligenza del cuore, diciamo così, è ovvio che l’intelligenza della mente logica materialista e razionale è la più diretta e prossima sua antagonista, ma ciò non vuol dire mirare a schiacciarla, semplicemente casomai a farla scendere dal piedistallo o dal trono di comando.
Taglio corto se no non la finisco più: sto iniziando a focalizzare Dio.
Trovo che Dio è semplicemente Amore.
Pensa che bello, non altro da noi, ci crea, ma è anche creato da noi, si manifesta e si espande o si rinnega tramite noi stessi, sia come individui che come collettività, non ha certo confini ed è capace di accogliere e perdonare anche peccati e peccatori, divenendo più grande così; offre continue possibilità, sì l’Amore, che non può che crescere, espandersi, fino a scoppiare e ricominciare, come l’universo!
Ci è indifferente solo se e in fondo solo perché noi lo siamo nei suoi confronti, perché non crediamo in lui.
La mente giudica il cuore perdona; la prima seleziona, il secondo crea.
Adesso esagero:la vita è uno scherzo, la vita umana è mortale, quella che noi chiamiamo morte è potenzialmente eterna invece, è quindi assai più consona alla natura della nostra anima, quindi io temo la morte come essere umano, non come anima.

 Lig E. Norant - 09/11/2016 09:04:00 [ leggi altri commenti di Lig E. Norant » ]

Chiedo venia, m’immetto da esodante clandestino, ovvero dalla terra desolante della mia ignoranza alle regioni del sapere; e commentando il dibattito del commentario: non è già di per sé l’ortodossia un concetto dogmatico?

Nell’irriducibilità del vivente e del vissuto a conoscenza esauriente

Cari saluti




 Angelo Ricotta - 08/11/2016 23:19:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Meglio dialogare che tacere. Infatti così si è scoperto che siamo pienamente d’accordo. Non ho mai condiviso l’idea di Ludwig Wittgenstein che “su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. Ma come si fa a sapere "ciò di cui non si può parlare" se non parlandone?
Le scienze basate sulla matematica hanno conseguito molti successi. Uno di questi è proprio la rete che ci permette di dialogare a distanza. Ma non tutto è matematizzabile (almeno per ora).
Inoltre non sempre la matematica ha suggerito la via. Altre volte è tramite l’esperienza che abbiamo scoperto i fenomeni, e la matematica ci è servita per riorganizzare e sviluppare queste conoscenze empiriche. Perché la matematica è solo uno degli strumenti con cui comprendiamo la realtà.
In generale in una scienza matura è la teoria che guida l’esperimento mentre in una scienza meno avanzata è l’esperienza che suggerisce la teoria. Ma quand’è che una scienza è davvero "matura"? L’esperimento ci può sempre riservare delle sorprese, com’è già accaduto tante volte. E poi chi può dire come saranno la matematica e la scienza del futuro? Seguiranno il solco già tracciato o saranno qualcosa di completamente diverso? Chi, come saranno gli esseri del futuro? Andremo su altri mondi, conosceremo altre forme di vita? Insomma anch’io penso che ciò che non sappiamo è immensamente più vasto di ciò che sappiamo. Inoltre la realtà potrebbe essere molto diversa da come la immaginiamo. Altri esseri con altra struttura potrebbero interpretarla in modo molto differente e forse incomprensibile per noi.
Non ho difficoltà a credere nei miracoli. Non è miracoloso quel che già riusciamo a fare come specie? O altrimenti cos’è il miracolo se non un fatto (ammesso che sia tale) che non siamo in grado di spiegare?
Non condivido nessun atteggiamento dogmatico. E quindi respingo le ideologie di qualsiasi tipo, in particolare quelle politiche e religiose.
La poesia è uno dei tanti problemi aperti. Com’è noto ci sono stati dei tentativi di formalizzazione nel passato che hanno dato anche buoni risultati. Ma le forme invecchiano, finiscono per annoiare. Che senso ha passare la vita a ripetere le forme del passato? Il poeta, l’artista e anche lo scienziato sono persone creative, non si accontentano perché si rendono conto che c’è molto altro. Perciò è giusto che ognuno esperimenti.
Una curiosità. L’Arbalète si riferisce al nome dell’albergo di Ginevra che era l’albergo preferito da Jorge Luis Borges durante i soggiorni sul Lago Lemano?
Cari saluti.

 L’Arbalète - 07/11/2016 23:31:00 [ leggi altri commenti di L’Arbalète » ]

Beh, che altro aggiungere?
Il problema è casomai quello del credito del pappone mediatico a cui ci assoggettiamo.
L’approccio che sdogani, con occhio opportunamente vigile sul portafogli (ma in che senso?), spero al di là di viete diatribe tra empirismo e razionalismo, è quello scientifico che, guarda caso, contempla oltre al verificabile espresso in indiscutibili formule matematiche, le cosiddette "scienze molli" (o, più opportunamente "complesse").
Sono d’accordo pure io che dei nipotini indegni di Carlo o di Sigismondo o di Carlo Gustavo o di altri, per restare a Ovest della questione, non debbano essere presi sul serio se non si presentano coi "fatti" dimostrati di una vera crescita umana ecologica, millantando invece credito come "esperti", sia nel senso delle teorie, sia delle esperienze fatte e dei risultati in termini di reale benessere individuale/collettivo.

Certo che non mi andrebbe a genio, a ogni modo, d’essere fissato nell’eventuale inappellabile diagnosi della scoliosi d’un "albero storto" in virtù di una formula.
Credo nei miracoli, ne sono io stesso una prova.

Ma se proprio vogliamo parlare dal pulpito virtuale dove parla poesia, sarai d’accordo che ogni poesia è sommamente empirica.

Chiedo perdono per lo sproloquio ma posto i miei commenti da un aggeggio telefonico infido. È la terza volta che riscrivo...
Forse più saggio tacere...

Ma non ti avrei reso altrimenti il mio grazie.

 Angelo Ricotta - 30/10/2016 09:34:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]


Per Klara Rubino

Mentre scrivevo alle 7.40 ho sentito uno scuotimento che è durato qualche decina di secondi. Ho subito riconosciuto questa sensazione per aver vissuto altri terremoti anche più intensi. Ho guardato i lampadari che oscillavano. Sono corso fuori casa fino a che tutto è sembrato finire. Rientrato ho sentito le notizie. Ho fatto una rapida ispezione di casa per vedere se era accaduto qualcosa. Niente all’apparenza. A quel punto mi sono rimesso a scrivere.

Le teorie di quelle dottrine sono inverificabili con una metodologia oggettiva come richiesto dalla scienza. Viene prescritta una modificazione del proprio stato mentale per poter percepire le verità (presunte) enunciate. Per ottenere queste modificazioni dello stato mentale soggettivo è necessario sottoporsi a determinate pratiche con atteggiamento fideistico in quanto esse non possono essere giustificate in ambito razionale. Ho praticato per anni e mi sono accorto che è vero che riuscivo ad ottenere queste alterazioni mentali che avevano un’incidenza anche fisiologica ma non mi fornivano alcuna conoscenza oggettiva. Erano solo effetti soggettivi simili a stati allucinatori. Tant’è che alcuni hanno esplorato anche questa via, tramite sostanze, con esiti devastanti. A quel punto mi sono dedicato alla scienza ortodossa che è molto meno affascinante perché non promette nulla di trascendentale ma è molto più reale.

Infatti

La realtà è un terremoto che ti torce le viscere
fa esplodere la mente la terra le case
Alle 7.40 il treno non è passato
ma i lampadari oscillavano ancora precipitando
Tra le macerie inginocchiati assurdamente
si prega il feroce dio dei terremoti
Uomo alzati riprenditi la tua dignità
Ti salverà forse la mia mano
non una lontana divinità indifferente

L’ho scritto ma ho pensato inesistente.

 Klara Rubino - 29/10/2016 19:55:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Il tuo racconto personale è per me molto interessante, mi piacerebbe sapere perché hai trovato illusori questi approcci alla conoscenza, se hai rinunciato alla ricerca o cos’è questa "altro" a cui poi ti sei dedicato, sempre se tu volessi condividerlo.
Un Saluto.

 Angelo Ricotta - 29/10/2016 16:08:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Per L’Arbaléte

Ho molto apprezzato la sua spumeggiante e tanto forbita quanto erudita prosa, anche se non tutto ho compreso. Io sono un’anima semplice: mi attengo ai fatti. E questi mi suggeriscono che spesso (non sempre ovviamente) gli esponenti che appaiono in tv delle categorie citate si comportano come ho illustrato nel commento. Ciò che osservo è che in tv i cosiddetti "esperti" di ogni settore (non solo quelli citati) fanno più male che bene.
Per quanto riguarda gli studi sull’Ombra, Ken Wilber, Assagioli, Scardovelli, l’Olismo, la Teosofia, le filosofie orientali, ho smesso da tempo di occuparmi di questo tipo di ricerche. Quando ero molto giovane ero interessato alla Filosofia, alla Teologia, allo Yoga ed avevo un amico con il quale facevamo lunghissime passeggiate notturne per il paese, a volte fino al mattino, discutendo di tali temi. Dopo aver letto l’Autobiografia di uno Yogi contattai la Self-Realization Fellowship e fui iniziato al Kriya Yoga. Alla fine conclusi che questi approcci alla conoscenza erano illusori e mi sono dedicato ad altro.

 L’Arbaléte - 29/10/2016 01:22:00 [ leggi altri commenti di L’Arbaléte » ]

Passavo... mi perdoni l’autore per l’intrusione incongrua, e mi perdoni pure l’arguto commentatore.
Ma le tasche che c’entrano?
A meno che non si scelga di rivoltarle e e vuotarle da sè, salvo poi dare addosso a chi fa un suo mestiere.

Ma prima di sentenziare su onorate professioni, attività, fatica e impegno quotidiani, (non miei, non miei, ma di esseri umani da rispettare in ogni caso, forse anche da ammirare, non tutti, non tutti, certo...), sul lavoro onesto, utile e sincero e appassionato di tanti, tanti (fuori da ogni perversa logica di lobbie), si studi almeno sull’Ombra, si legga qualche pagina di Ken Wilber o si riscopra la psicosintesi di Assagioli tanto per rimanere in ambito italetto (nel senso d’amabile idioletto), o si scopra la PNL Umanistica di Scardovelli.
E ci si sforzi d’essere meno distruttivi e disfattisti in psaforismi che finiscono per liofilizzare e adulterare i cibi, i nutrimenti necessari alla ricostituzione delle anime infelici di questo terzo millennio storico, in tossiche banalità da fast food.
Errore, secondo me!
Un aforisma dovrebbe essere incommestibile per densità di verità non metabolizzabile, pari a quella di un sasso ingerito per sbaglio. Da cacarlo tale e quale! Per poi trovarsi a ingerirlo ancora con la stessa voglia di farti attraversare di nuovo e poi di nuovo dalla sua nuda inesplicata e inesplicabile verità d’essere un sasso non digeribile di verità, ma verità. (Mi si perdoni la volgarità del paragone peristaltico).
Ma comprendo pure che c’è chi ama la contemplazione dei sassi e c’è chi si compiace a riprodurli commestibili, di marzapane...
Qui, dove vivo, in Sicilia, facciamo pure la frutta con la pasta di mandorle, ahi noi!
Chiedo comunque scusa per l’intervento fuori luogo: è spassionato per inveterato vizio di gola e alcolico. Ma avevo letto Ricotta... Bonvini...
Immaginavo cannoli e un marsala secco, da meditazione...
Pazienza, crema di latte e sidro stasera...

Lascio l’ultima parola agli esperti di economia.

Quella loro sarà realmente l’ultima parola.



E Lorenzo, Lorenzo, quel Lorenzo, dov’è mai?(Dannata la sua foga seminale risolta in cacciata e fuga e al cui fiume limpido e fertile il mio quasi secco e sterile torrentello torbido e avvinazzato allude... Si lui dov’è? Quel tipo strano che ci dava a mangiare dei sassi di luce?
Si, dov’è? Perché non è qui, dove dovrebbe invece essere?).

Ma il tema che hai toccato, Angelo, è più che degno di commenti meno farlocchi di quelli di un ubriaco (con le tasche riempite solo dai suoi pugni chiusi sul vuoto).

Grazie, spero di essere stato utile in termini di consapevolezza e di efficacia comunicativa, quanto il tuo aforisma lo è stato per me.

Scusami ancora, ho volutamente messo da parte ogni ritegno di netiquette e come un pescatore di frodo ho gettato l’ancora qui piuttosto che lì con la speranza che me stesso infine abbocchi.

Purtroppo son pescator di domenica.

E oggi è ancora sabato.







 Franco Bonvini - 28/10/2016 20:48:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Perchè "inimicarsi", Che qualcuno non ci piaccia non ne fa un nemico. E anche noi mica possiamo piacere a tutti e non per questo siamo nemici.
E poi c’è sempre un motivo.. diranno che magari da piccolo qualche psichiatra t’ ha spaventato :) o deluso.

 Angelo Ricotta - 28/10/2016 18:13:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Sì, infatti! Aggiungerei che spesso vedo in tv questi personaggi (e ci metto anche i sociologi così me li inimico tutti d’un botto)che funzionano sempre come "normalizzatori". Se uno, che magari è stato appena derubato, ha paura dell’aumento di microcriminalità gli rispondono che è un’illusione perché le statistiche... Se è disperato perché ha perso tutto nel terremoto cercano di convincerlo che la vita continua...Poi si rivolgono ai giornalisti e li rimproverano perché non fanno abbastanza per "calmare" la gente. Insomma ci vogliono "buoni", "felici" se possibile, anche se cornuti e mazziati, altrimenti diamo fastidio a quelli che in questo sistema se la spassano alla grande.

 Franco Bonvini - 28/10/2016 16:50:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Magari fosse solo le tasche..

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