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Quei due vagabondi seppero vivere

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Un minuto in più.

 

Sul play, sul piano: un progetto che prese il decollo senza chiedere alcun permesso di volo.

Gira e rigira il vinile sul giradischi e ripete quei punti di interpunzione che misero tempo fa, avendo avuto un coltello sul petto.

E si ripete senza che nessuno abbia ri-premuto quel tasto di rewind scassato e continua assiduamente a pesare come chili e chili di voragini.

Di nulla, che si adagia sulle spalle.

Violentemente.

 

Sudore e sangue sulle fronti, cuori ed anime allo stremo delle loro aspettative e possibilità si stavano deliberatamente distruggendo.

Tra seduzione e impossibilità di credere a ciò che furono l'un per l'altra. All'amore che non ebbero mai ottenuto. Ma, che ingenui per utopia ed ideali sfumati provarono a portare alla completa concretizzazione, di un'inutile falsa.

 

Bruciarono i letti ed amarono troppo per cercare di intuire la vera essenza dell'amore. Però, sviarono del tutto in un sentiero perduto.

Senza freni, si promisero vita e vendetta.

Come sigarette lasciate al respiro del vento, si lasciarono incerenizzare dallo spazio ed il tempo che li legava.

Nonostante le bruciature ed i polsi lividi. Nonostante il delirio ed i graffi sulla schiena.

Nonostante le fossette su guance troppo tenere ed i baci troppo repentini loro sapevano cosa facevano e, ora, dopo anni ancora sanno: che loro una volta avevano assaggiato la portata più pregiata che la vita aveva da offrirgli e ne approfittarono senza vergogne.

 

In qualche istante e momentaneo silenzio, immobili, hanno saputo vivere.

 

Veramente.

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