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al testo di Edoardo Monti
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NELLA NOTTE, PER L’UNIVERSITÀ
Voglio cullarvi, amici, amici d’un minuto: persone che ho sfiorato; e vorrei espandere una melodia per le strade che fingono abbandono, le case quando più non danno un suono e resta solo, nel tessuto loro qualche piccola e rada e dolcissima pezza illuminata Il mio canto vi prenda e vi comprenda, e popolate le mie immagini di luci; su, vi esorto ad entrare nel mio mondo rappezzato, un po’ stonato: baracca da idroscalo in faccia al mare, mentre il mare consacra in alto le manate dei suoi spruzzi, e la baracca così diviene un niente Vi canterò ovunque siate, brevi racconti che ho sfiorato; avrei bisogno tutto fosse stato fra noi diverso; ed ora non sareste persone fatte sogni. Ma conosco ugualmente i posti dove siete; senza saperlo, abbracciando dal mio letto tutti gli sprazzi, i mari, le colline del mondo Ci rivedremo, (giuro!) fra queste case che ora fingono il silenzio e s’azzerano, lasciando liberi di risuonare i vuoti della brezza. Ci rivedremo e saremo tutti qui; vivete voi l’estate anche per me. Io sono qui, steso su un letto di idiozia e d’impotenza quasi contento a non saper reagire, sconvolto dalla stessa pesantezza di sasso del mio corpo; vivete voi l’estate anche per me; ci rivedremo, (giuro!) quando Roma sarà tornata in sé |
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