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al testo di Luciano Tricarico
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Genuflessi al cospetto di un dio di vetro e metallo il naso sprofonda nell’ipnotico i phon insensibile più di una pietra che nulla contrasta a madre natura
si aggirano spettri, ombre sfuggenti dell’ade provenienti dal nulla e nel nulla diretti celeste pulviscolo dell’universo perduto qual è il senso del mondo attraverso uno specchio il travaglio di Ulisse è servito a qualcosa?
illusorio vaneggio senza il calore di uno sguardo amoroso, di un tremulo sfioro il ruscello si frange sullo scoglio dei tasti la rosa è bella ma senza profumo
esistenza virtuale lancio una app son pronto a pregare |
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