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Se si aprissero finestre di luce

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Se, sola sedendo davanti a un velario,

si aprissero adesso finestre di luce,

non più il mio pensiero, che niente seduce,

starebbe fissato, del Nulla gregario.

 

Qui immagini vedo di un trito lunario

(nelle afe dei giorni) che non riproduce

il vero essenziale, ma al falso mi adduce;

così resto pesce, spedito a un acquario.

 

Là fuori, oltre il velo di tende sbiancate,

c’è il cielo e i colori perduti del senso;

l’odore dei fiori, le spighe dorate.

 

Non credo alle fate, non credo al melenso!

So dura la vita, so spesse le grate,

ma credo a uno sguardo, più aperto, più intenso.

 Cristiana Fischer - 19/12/2014 10:27:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

il "Nulla gregario"! immagine davvero eccellente

 Piergiorgio - 19/12/2014 10:09:00 [ leggi altri commenti di Piergiorgio » ]

Beh, questo è qualcosa di più di un semplice sonetto di doppi senari. E’ una bellissima poesia impreziosita da una struttura formale complessa che esalta, non sovrasta la grazia del tuo verso. Un versificare non d’occasione, ma ben disteso a veicolare profonde istanze di natura esistenziale. Una prova di grande maestria assistita da una fervida e sincera ispirazione poetica.
Chapeau!
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