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La Lego a Napoli, Vomero, tra soddisfazioni e delusioni.

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Un negozio Lego nel Centro del Vomero è stato atteso da bambini e adulti. Niente da eccepire: sono tanti gli appassionati utilizzatori dei mattoncini colorati. Anche i miei nipoti ne vanno matti. Aperto a via Scarlatti, Lego è stato preso d’assalto. Forse anche troppo per le previsioni? Difatti è presto venuta meno la “favolosa possibilità”, pagando anticipatamente 12 euro, di progettare al computer, con una speciale stampante 3d, la propria "maquette" (modello), ossia un personaggio personalizzato. Se ho ben compreso erano finiti i personaggi e la cosa sarebbe tornata possibile dopo venerdì 24 giugno 2022. Un negozio affollato, dove, prima di tutto, tutto assolutamente “a pagamento”. Quindi niente di “favolistico”. Ogni mattoncino pesato. Questo mi è apparso un po’ stupido per la lego, visto che la pandemia, come si legge su Ansa, ha fatto salire l’utile di Lego del 33% a 13,3 miliardi di corone (1,79 miliardi di euro). Bei soldoni. Qualche giochino gratis, qualche “distrazione”, se la sarebbe potuta permettere. Unica gratuità fortemente controllata: un riquadro di lego dove si potevano comporre immagini. Basse, ovviamente, quindi niente di speciale e sotto controllo, per tema che qualche mattoncino scomparisse! Non avrei voluto essere nei panni dei commessi, spero ben pagati. Tantissimi scatoloni pieni di giochi meravigliosi e costosi e un personale affannato a seguire i bambini nel terrore che qualche mattoncino di oro potesse dissolversi. Lo spazio Lego al Vomero di oltre duecento metri quadri, è il più grande della Campania e si aggiunge a quello di Caserta, nel Centro Campania. In soldoni. Non sarebbe stato simpatico che qualcosa fosse offerto in regalo almeno per un primo mese di lavoro? In realtà anche “le caramelle”, ossia il reparto dove si può acquistare mattoncini lego di vario tipo, era accuratamente controllato: prima acquistare il bicchiere (accuratamente pensato per contenere un certo quantitativo di mattoncini), poi riempirlo e chiuderlo. “Mattoncini sfusi, edizioni limitate, pezzi da collezione e gli esclusivi omini Lego personalizzabili”. Tutto sotto controllo, anche se una prima impressione poteva far pensare che qualcosa sfuggisse, il rischio non c’era. La Lego, fondata in Danimarca nel 1932 da Ole Kirk Christiansen, 90 fa (il nome Lego deriva dalla sintesi di due parole danesi ”leg godt” che, tradotte, significherebbero “gioca bene”), oltre al notevole apparato con centinaia di composizioni che, una volta composte, prendono il posto sui mobile della porcellane di Capodimonte e dei bronzi firmati (col costo quasi ci siamo), dovrebbe anche lasciar cadere qualche mattoncino nelle mani dei bimbi. Bianca Fasano

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