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al testo di Sara Cristofori
Pietra *
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Con la complicità di questa molle notte estiva - l’onda sale tra rigurgiti di schiuma - vorrei farmi pietra in muro diroccato avanzo di antico castello fra erba e cespugli incustodito fiori selvaggi nati tra le crepe lucertole nel sole a farmi compagnia e grilli nella notte forse qualche innamorato inciderebbe un cuore… vorrei esserti cuscino alla fine della corsa mentre vivendo aspetti la vita.
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Sara Cristofori
- 22/01/2015 09:53:00
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grazie anche a Rita e Lucia, care :)
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lucia
- 22/01/2015 09:20:00
[ leggi altri commenti di lucia » ]
Come al solito i tuoi versi sono sempre di grande fluidità... ricchi di immagini e puri...mai niente di troppo...
bella la contrapposizione fra il molle della notte che apre la poesia e la durezza della pietra...asciutta secca per poi chiudere nuovamente con la nota di morbidezza del cuscino.
Ciao Sara
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Rita Coda
- 21/01/2015 18:46:00
[ leggi altri commenti di Rita Coda » ]
Pietra che come un forziere custodisce desiderio, passione, sentimenti e una preziosa identità per la quale lotta per preservarla. Molto bella. Grazie. Un caro saluto. Rita
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Sara Cristofori
- 21/01/2015 14:35:00
[ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]
Ringrazio tutti per lattenzione, in particolare Nando per la sua accurata e sensibile disamina :)
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Elsa Paradiso
- 21/01/2015 08:48:00
[ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]
Splendida poesia che prende per mano e conduce in una realtà resa trascendente. Vibra di emozioni che restano. Ciao, Sara.
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Stefano Botti
- 21/01/2015 07:12:00
[ leggi altri commenti di Stefano Botti » ]
Un malinconico guardarsi, un stato d’animo nostalgico, espressi con intensi versi. Grazie Sara.
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Nando
- 21/01/2015 07:02:00
[ leggi altri commenti di Nando » ]
Notevole il corredo dimmagini di questa poesia, notevole ancora per accostamenti e per le voci delle loro singolarità; una miniera ricca per attingervi felicemente il gusto della lettura e della riflessione interpretativa. Nellincipit affidiamo al mare spumeggiante il tumulto interiore dei sensi, e alla pietra di un castello diroccato il disperante luogo di una riviera delloblio cercato, ma non con serenità e pace ritrovata, però con i resti di un fastoso passato ovvero con la scenografia fiabesca ridotta a ruderi, quasi nella volontà di macerarsi nei segni integri dellincompiuto. Stupenda infine la chiusa, che recupera un passaggio intermedio, già di per sé oro di significato - ricordiamoci lesile speranza, un piccolo sogno, della pietra a ricevere lincisione dellamore (i cuori disegnati da chi innamorato vuole gridare al mondo la propria felicità di amare ed essere amato) - , perché compie il senso della poesia, amplificandolo e "quasi" riscattandola dalla definitiva desolazione (sul "quasi" concluderò il mio commento, poiché ha ancora qualcosa da dire): da pietra, dimenticata in luogo e tempo, a morbido cuscino per un ritorno atteso di vita già sognante altrove, ma pur sempre calore di guancia su di sé, sia che si attende materni sia ancora innamorati. Perché il "quasi" del riscatto? Il titolo e parte del "paesaggio" subito dopo, sembrano suggerire una "lapidaria" definizione del destino di un desiderio di felicità damore, che ha abitato lungamente unesistenza.
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Silvia De Angelis
- 20/01/2015 18:09:00
[ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]
Una chiusa inaspettata e originale, in questa tua, letta con immenso piacere.. Ciao,Sara, silvia
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Lorenzo Mullon
- 20/01/2015 15:36:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]
una pietra selvaggia come cuscino nel vuoto di quella durezza si nasconde la miglior promessa di vita
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