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al testo proposto da Alfredo Rienzi
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Il mondo è ligio agli ordini dei capitani che impiantano l’odio sui drappi e sulle monete: le stelle litigano sulla carcassa del mare, spezzano l’appello dei gabbiani, unghie di vento forgiano cirri sul frontespizio delle onde, nel rimessaggio del dolore sono saccenti gli uomini con il pastrano, ma noi abbiamo i loro bottoni d’avorio, ancora: i requiem disfatti per la grandezza del coturno. Un barlume ci appesta ed è il sole trogolo per i nostri dipinti di felicità, una tronchesina non basta per gli steccati e nemmeno per le gole dei capitani. Ci armiamo di incesti, noi figli dello stupro, brandiamo le bombette come orinatoi, si sente vacillare la tesa, nell’ora le paure divengono percosse, ma abbiamo schiene di tartaruga, il male è un sorriso che scopre i denti, è bianco l’orgoglio, da dentro le bocche germogliano i confini.
da Pergamena dei ribelli,
Joker, 2011, pag. 36
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