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Ineptum, prorsus credibile

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INEPTUM, PRORSUS CREDIBILE

 

I.

Perché questa

terribilmente pronta luce

o freddissimo sogno immenso

su cui trascende

perpetuo vertice il sole,

da cui trabocchi tu, tu nella vita?

Non ha mai fondo questa nascita

mai fondo questo squallido prodigio,

no non dici, ma stai nella luce

immodesta e pur vera

nella luce inetta ma credibile,

sospinto nella vita.

 

Nasci oggi col sole con la ferma

virtù che di tensioni

supreme accende

le legioni dei monti,

nella sua bocca pura

ti porta l’azzurra vita,

debole e molle stilli dall’azzurro,

debole

bianca lacrima sporgi

nel grumoso abbagliante mattino;

attraverso l’autunno

ecco il tuo segmentarti

in sale e istanti

in memoria e sapore

 

Sangue e forma, stoltezza e trionfo,

gemito offerto alle chiare

vagabonde uve,

occhio nuovo al geranio allo scoiattolo.

Ma freddissima e immensa

sta la gloria in excelsis

oltre il grigio spigolo del mondo;

e gode di tutto il suo peso fulgente

e avanza il sole col passo precario

e audacissimo là dove la mente

non può seguirlo che a morirne.

 

da Vocativo in Andrea Zanzotto – Poesie (1938-1972), Mondadori, 1973, pag. 98

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