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al testo di Maura Pot
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Di chi sarà questa mano bizzarra?
Da dove verrà questa creatura screziata? Non è un fossile, è una lumaca che porta a spasso una creatività delegata. Testimonial o gadget di una nuova promozione? Un messaggero del rispetto di luoghi destinati al bianco e nero? Del silenzio dai clamori provocati dai graffiti su statue, muri e treni? Chi si permette di sfogare su un guscio inerme il disappunto per la noia esistenziale e rivendicare il bisogno compulsivo di imbrattare? Quel che mi fa sorridere è il pensiero audace di veicolare con un messaggio di colore l’invito alla lentezza, all’attenzione, alla sorpresa e allo stupore. Ed affidare il movimento delle cose ad un serafico tracciato di bava. Inevitabile una digressione: chi godrà del privilegio di osservare, oltre ai bambini, ai vecchi e ai mendicanti scalzi? Il rischio è la metropoli ed i suoi fermenti, e che pupille presbiti o astigmatiche, dilatate da luci al neon e poster ammiccanti sbattano troppo tardi le palpebre su tappeti variegati e scricchiolanti. Citazione di un'arte bizzarra: l’artista e fotografo londinese Slinkachu ha “usato” i gusci delle lumache come tavolozza per i suoi inusuali “graffiti” |
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