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al testo di Gennarino Ammore
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Mi sono innamorato di te e adesso non so più cosa fare, ogni volta che passi, in me si agita il mare.
Dentro il cuore: che male, nei pensieri sentieri, come oggi anche ieri, bella com'eri, nei tuoi passi fieri. Ogni mattino tu passi, la mia mente sconquassi, ma io sono felice perché il mio cuore ti dice: buongiorno bellezza, e se tu non ti volti io chiudo gli occhi, abbagliati dal sole riflesso nei tuoi capelli arruffati, ti parlo e ti dico parole d'ammore, mi sento poeta, tu sei la mia meta, le mie gambe di creta sento tremare... non importa, reggo la parte, ti mostro il mio pesce, e divento un po' rosso. Il mio banco è in subbuglio, è dicembre ma è luglio, le triglie si fanno ancora più rosse e l'orata dorata, l'anguilla ora brilla, e pur la sardina, dall'occhio un po' morto, non vuol fati torto, diventa regina. Mi passi davanti, con passo felpato, che bello esser nato in questo rione... mi sento coglione dietro il mio banco, sorrido ma arranco, scrivo dei versi, questa poesia ti vuole già mia, ma te ne vai via battendo sui tacchi, un bel ritornello, non ce n'è di più bello, sei come un ruscello che invade il mio cuore, tu sei come un fiore ed io il tuo prato dove lui è sbocciato. Batte il tuo passo, sul triste selciato, batte il mio cuore, mi manca il fiato, tu procedi assai fiera, del mio amore bandiera, di giorno e di sera, ti voglio sognare. La mia bocca si apre, ma suono non esce, mi sento incantato, ti mostro il pesce, ti offro un'occhiata, ma procedi beata, mentre gli occhi miei stanchi ti guardano i fianchi, la mente confusa ti fa già le fusa quasi fossi una gatta la mia penna è già matta e scrive parole, sbocciano viole, dentro i pensieri, di oggi, di ieri... Ormai sei lontana, la folla ti cela, ma la tua sottana, del color della mela, corta, attillata, mi ha lasciato nel petto una gran coltellata che fa sanguinare, tu donna d'amare, tu dolce miraggio, è dicembre ma è maggio, sbocciano rose, sono queste le cose che scrivo e che sento, come un triste lamento. |
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