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al testo di Loredana Savelli
Il gigantesco fiato della poesia
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Ho occhi per vedere, orecchi per udire. Le rime m’innervosiscono, il mio ego si è perso allo specchio, non spiattello i dolori, non urlo alla luna, agli abbagli non cedo. Un sommesso rumore dal mondo: i morti riversi, l’ignoto sparire in un albero.
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Leonora Lusin
- 22/04/2017 07:34:00
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Loredana piano piano cerco di mettermi alla pari su quanto hai scritto- Molta disillusione in questa poesia. Ma anche un idea fantastica su come, almeno per qualche tempo mettere in scacco lio e prender fiato:incatenarlo allo specchio.La userò.
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Fiammetta Lucattini
- 11/09/2015 09:16:00
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Hai ragione, carissima. Oggi è il tempo di un silenzio non smorto però, ma attivo e solidale. Per noi, anche per i poeti, lunica speranza sta nellaccoglienza. Ti abbraccio.
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Nando
- 10/09/2015 06:37:00
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La rima è un grande inganno incantatorio, crea una vittoria solo apparente, dá un ordine alla sorte, consola della luna il lume sul dolore che vingabbia allevandolo in cattività. Ma della morte dentro i legni o sulle rive di sabbia nulla può dire, nulla, dei sogni dellamore e della rabbia. Nulla che rimi mincente con morte, nemmeno i remi di Caronte.
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Cristina Bizzarri
- 08/09/2015 16:09:00
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Non per niente la ginestra sta, sulle pendici del vulcano, come una sfida. Poi sarà presa, anche lei. Sì. Ma dirlo. Ma dire. Tu lo fai. E questo mistero,anche, che è il soffio della poesia, mistero nel mistero. Bella, intensa, consapevole poesia!
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Robert Wasp Pirsig
- 08/09/2015 14:53:00
[ leggi altri commenti di Robert Wasp Pirsig » ]
Davvero, una chiusa di grandissima efficacia: può costituire monumenti.
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