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al testo di Lorena Turri
Guardaroba
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Resto a guardare nuda le mie rose stampate sulle gonne dismesse nell'armadio
(c'è un gran silenzio sugli sfondi neri)
Perché possiedo tante gonne uguali non ricordo. Vacilla la memoria nei pantaloni grigi.
Nel lacero dei giorni un cappottino sdrucito ammorba l'aria di naftalina e soffrono i cedevoli nontiscordardimé sugli ampi scolli delle camicie estive.
Sulle maglie infeltrite le perline sono lune minuscole e sbiadite dalle notti di nuvole piangenti.
Attendono i pigiami un sogno acceso che li sbottoni.
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Jacob l.
- 26/10/2015 14:46:00
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Il richiamo a certe gonne, a tutto quel nero, ai pigiami da sbottonare. Spalancare gli armadi che sanno di naftalina è sempre bene, in tutti i sensi. Questa poesia mi piace.
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Laura Turra
- 18/09/2015 08:50:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
E deliziosa questa poesia. Il guardaroba e gli abiti in esso racchiusi diviene metafora della propria anima con tutti i colori dei sentimenti e delle emozioni che ne fanno parte. A me piacciono gli abiti vecchi e usati. Tirarli fuori dalle loro custodie, esporli allaria, indossarli dopo molto tempo con qualcosa di nuovo: questa è per me la cura per non vivere nel rimpianti, ma per sentire di nuovo sulla pelle i brividi che ci hanno dato un tempo. Non lasciamo le emozioni e i desideri chiusi negli armadi. Un abbraccio
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Franca Alaimo
- 18/09/2015 00:20:00
[ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Lorena ha sempre un modo tutto originale (ed allo stesso tempo mai retorico) per dare voce ai suoi pensieri ed ai suoi stati danimo. Un guardaroba con i vestiti indossati nel passato, a volte odoranti di naftalina, magari un po infeltriti o passati di moda, si trasforma così in una sorta di bilancio esistenziale. Ma è lultimo verso a chiarire quale sia il motivo della tristezza che essi ispirano: la mancanza di un amore che accenda la vita e renda più calde le notti.
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