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I bastardi

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Perché o Senno fuggi dagli uomini per rifugiarti tra le bestie brute!

William Shakespeare, Giulio Cesare, atto III, scena II

 

 

A causa dei bastardi

ho ridotto il cuore al disprezzo:

privato della misericordia

va in cerca della bestia

che ha in ostaggio il senno –

è per scannarla.

 

La sua testa sollevata

e lanciata nella morte

non troverà nessun dio

a lodarne il sacrificio

ma la dannazione

della stessa menzogna che le ha

disfatto il cervello

e ha trascinato

cento vite nella tomba

(si nutriranno del suo cuore

nel cammino verso la terra

della giustizia).

 

 Maria Musik - 21/11/2015 08:54:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Non sono molto in accordo con Loredana perchè la la leggenda cherokee dei due lupi (interiori) viene riportata spesso sui libri di testo e sui blog in modo incompleto, per non dire travisato. In soldoni, non insegna a dare da mangiare solo al "lupo buono" (o bianco). La riporto come l’ho trovata su https://www.facebook.com/notes/wolves-animals/la-leggenda-cherokee-dei-due-lupi/430636953655798. Mi pare una traduzione abbastanza verosimile.
"Una vecchia leggenda cherokee racconta che un giorno il capo di un grande villaggio decise che era arrivato il momento di insegnare al nipote preferito cosa fosse la vita. Lo porta nella foresta, lo fa sedere ai piedi di un grande albero e gli spiega:

“Figlio mio, si combatte una lotta incensante nella mente e nel cuore di ogni essere umano. Anche se io sono un saggio e vecchio capo, guida della nostra gente, quella stessa lotta avviene dentro di me. Se non ne conosci l’esistenza, ti spaventerai e non saprai mai quale direzione prendere; magari, qualche volta nella vita vincerai, ma poi, senza capire perché, all’improvviso ti ritroverai perso, confuso e in preda alla paura, e rischierai di perdere tutto quello che hai fatica tanto a conquistare.

Crederai di fare le scelte giuste per poi scoprire che erano sbagliate. Se non capisci le forze del bene e del male, la vita individuale e quella collettiva, il vero sé e il falso sé, vivrai sempre in grande tumulto.

È come se ci fossero due grandi lupi che vivono dentro di me: uno bianco, l’altro nero. Il lupo bianco è buono, gentile e innocuo; vive in armonia con tutto ciò che lo circonda e non arreca offesa quando non lo si offende. Il lupo buono, ben ancorato e forte nella comprensione di chi è e di cosa è capace, combatte solo quando è necessario e quando deve proteggere se stesso e la sua famiglia, e anche in questo caso lo fa nel modo giusto; sta molto attento a tutti gli altri lupi del suo branco e non devia mai dalla propria natura.

Ma c’è anche un lupo nero che vive in me, ed è molto diverso: è rumoroso, arrabbiato, scontento, geloso e pauroso. Le più piccole cose gli provocano accessi di rabbia; litiga con chiunque, continuamente, senza ragione. Non riesce a pensare con chiarezza poiché avidità, rabbia e odio in lui sono troppo grandi. Ma è rabbia impotente, figlio mio, poiché non riesce a cambiare niente. Quel lupo cerca guai ovunque vada, perciò li trova facilmente; non si fida di nessuno quindi non ha veri amici.

A volte è difficile vivere con questi due dentro di me, perché entrambi lottano strenuamente per dominare la mia anima.”

Al che, il ragazzo chiede ansiosamente: “Quale dei due lupi vince, nonno?”

Con voce ferma, il capo risponde:

“Tutti e due, figlio mio. Vedi, se scelgo di nutrire solo il lupo bianco quello nero mi aspetta al varco per approfittare di qualche momento di squilibrio, o in cui sono troppo impegnato e non riesco ad avere il controllo di tutte le mie responsabilità, e attaccherà il lupo bianco, provocando così molti problemi a me e alla nostra tribù; sarà sempre arrabbiato e in lotta per ottenere l’attenzione che pretende. Ma se gli presto un po’ di attenzione perché capisco la sua natura, se ne riconosco la potente forza e gli faccio sapere che lo rispetto per il suo carattere e gli chiederò aiuto se la nostra tribù si trovasse mai in gravi problemi, lui sarà felice e anche il lupo bianco sarà felice ed entrambi vincono. E tutti noi vinciamo.”

Confuso, il ragazzo chiede:

“Non capisco, nonno, come possono vincere entrambi?”

Il capo continua:

“Vedi, figlio mio, il lupo nero ha molte importanti qualità di cui posso aver bisogno in certe circostanze: è temerario, determinato e non cede mai; è intelligente, astuto e capace dei pensieri e delle strategie più tortuose, caratteristiche importanti in tempo di guerra. Ha sensi molto acuti e affinati che soltanto chi guarda con gli occhi delle tenebre può valorizzare. Nel caso di un attacco, può essere il nostro miglior alleato.”

Poi il capo tira fuori due pezzi di carne dalla sacca e li getta a terra, uno a sinistra e uno a destra. Li indica e dice:

“Qui alla mia sinistra c’è il cibo per il lupo bianco, e alla mia destra il cibo per il lupo nero. Se scelgo di nutrirli entrambi, non lotteranno mai per attirare la mia attenzione e potrò usare ognuno nel modo che mi è necessario. E, dal momento che non ci sarà guerra tra i due, potrò ascoltare la voce della mia coscienza più profonda e scegliere quale dei due potrà aiutarmi meglio in ogni circostanza.

Vedi, figlio mio, se capisci che ci sono due grandi forze dentro di te e le consideri con uguale rispetto, saranno entrambi vincenti e convivranno in pace; e la pace, figlio mio, è la missione dei cherokee, il fine ultimo della vita. Un uomo che ottiene la pace interiore ha tutto; un uomo che è lacerato dalla guerra che si combatte dentro di lui, è niente.”

 Loredana Savelli - 16/11/2015 19:33:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Mi fa male leggerla e intuirne il dolore che l’ha dettata. Dobbiamo stare molto attenti a non nutrire il lupo che è dentro di noi, vuole tutta la nostra misericordia, in cambio dà sgomento.

Un caro saluto

 Antonio Aiello - 16/11/2015 17:31:00 [ leggi altri commenti di Antonio Aiello » ]

Bella, sofferta, solenne, appassionata e insieme lucida poesia... hai espresso con grande forza ed efficacia quel che gli efferatissimi fanatici troveranno nell’oltretomba:
"La sua testa sollevata

e lanciata nella morte

non troverà nessun dio

a lodarne il sacrificio

ma la dannazione"

 Cristina Bizzarri - 15/11/2015 00:25:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Fredda e terribile questa indignazione, fredda come la ragione che prende le distanze dai bruti, fattasi poi terribile per esprimere quello che altrimenti non potrebbe fare - alla ragione non appartengono né vendetta né brutalità, dunque l’unico modo per dirle e, dicendole, al tempo stesso negarle, rimane l’arte, che qui assume una forma e una voce mostruosa, quasi a rispecchiare il male per respingerlo e condannarlo all’isolamento.

 Maria Musik - 14/11/2015 19:59:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Dura, terrificante, di pietra. Ma è quello che si deve dire!

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