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Soliloquio

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Il labbro è rotto, guarda, ed il rossetto?

Oggi non lo metto. Maledetto il giorno

che ti vidi. Perché gridi? quanto dolore

finora mi hai portato? Rinnegato

per nulla hai l'amor nostro, mostro, ecco, mostro!

Mamma dove sei? Ti chiamo.

Mi senti mamma? chiamo...

T'amo mamma che ora sei lì in Cielo.

Me lo dicevi sempre - è un disgraziato! -

ed io sciocca non t'ho mai ascoltato.

Piango in silenzio sullo specchio. 

Gonfio è anchè l'occhio. Io t'imploro, mammetta,

di lontano dammela tu una mano. Come ci vado

io così al lavoro? Che diranno le colleghe?

che risponderò loro? Le scale, anche stavolta?

oppur, sbadata, il comodino,

il solito pensile, il lavabo o il camino?

Ho sentito un rumore, mammina, ti saluto.

Un bacio sul labbro dammi di velluto e scappa.

La tua figliola, sfatta, trema. Ebbro è tornato

adesso l'orco delle nostre fiabe

- te le ricordi, mamma? di’ ricordi? -

il mostro che mi raccontavi

in favole ormai tanto lontane.

 

 Ivan Pozzoni - 01/01/2018 03:15:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

La tua modalità di scrittura mi interessa moltissimo.

 Fiammetta Lucattini - 24/11/2015 20:34:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Quasi una litania che gronda sangue e lacrime pur non cessando di sperare in quella protezione materna conservata in Cielo oggi e sempre.

 Emanuele Di Marco - 23/11/2015 22:28:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

cara Maria, la tua commozione tocca davvero nel profondo il mediocre poeta che so di essere. grazie!

 Maria Musik - 23/11/2015 22:19:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Mi hai fatta piangere. Grazie!

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