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Landai

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Dal mio libro LANDAI, ed. Era Nuova

Scrivo versi nell'ombra/ e vado in cerca della lingua perduta delle donne

***
Amato, tra le tue braccia/ libero in spire i miei versi. Veleno e miele

***
Per te, donna errante che cerchi/ possa un fiore di luce sbocciare dall'ombra

***
Un'ape e un cespuglio di rose/ sorgi mia primavera, alza il tuo canto e danza
.............

[...]

I miei distici

Ho incontrato la poesia landai su Facebook dove una pagina, gestita da Marco Ribani, mi ha chiamata dentro un mondo per me sconosciuto. Subito ho però sentito quella metrica e quel ritmo vicini alla mia sensibilità e così ho cominciato anch'io a scrivere distici, che si richiamano alla matrice landai della cultura pashto, ma che si nutrono delle suggestioni della nostra società occidentale, dove tante donne ritrovo sorelle di quelle altre, lontane nello spazio ma non nell'esperienza della violenza.Una scrittura, quella richiesta dai distici landai, che è atto cospirativo contro società - la loro,ma anche la nostra, pur con le dovute differenze- che negano alle donne l'esperienza dell'amore, della bellezza, del desiderio, nella libertà.
In alcuni miei versi faccio esplicito riferimento a alcune vittime di femminicidio che la cronaca italiana ha messo crudamente alla ribalta,ma sono poche; infatti non ho inteso indulgere su questo versante,perchè la poesia non può diventare principalmente necrologio o compianto, ma deve potersi ritrovare in essa lo stato e la “sorte” delle/dei viventi.

La metrica contenuta delle poesie landai (circa 22 sillabe in tutto, ma senza rigidità) mi stimola a un lavoro di sintesi, dove travasare senza retorica il mio particolare sentimento del femminile, in cui la sconfitta diventa grido e denuncia, il dolore si scioglie in speranza, il desiderio e l'amore chiamano a testimone la bellezza e il gioco e la voglia di vita.
Delle donne, di noi donne, di me donna.

silvana sonno

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