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al testo di Maria Rosa Cugudda
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Forse non è necessario scriverti, voglio farlo ugualmente. Ti ho lasciata all’improvviso e da sola, il buon Dio mi ha chiamato all’appello sai, non si può tacere. Sappi, però, che non ti ho abbandonata, abito il luogo dove tutto è splendore, armonia e amore. Tu, piccola stella, fragile minuscola donna, nello sconforto e nel vuoto, quando lacrime la sera inondano, nel silenzio, il vuoto nido e l’esistenza sembra non appartenerti, sentore di primavera a me riporta e ti è negato stringermi, quando il mare ti chiede dove mi sono imbarcato fai emergere, allora, dalla mente e dal cuore il bene che nel calice della tua essenza ho versato già dal principio. Nel tuo vascello a salire volti nuovi e teneri cuori ho invitato e vecchi amici imploro affinché la fiaccola tengano accesa! Degli altri prima di noi rammentati, nell’eterno amore siamo noi uniti, tra discordie alcuni vivono, molti nella miseria piangono e soffocati nell’indifferenza muoiono.. Tu, adorata mia sposa, non piangere “ … i poveri, i veri poveri anche di te hanno bisogno”. Non privarmi mai del tuo sorriso, Mary. Con te sempre, e tu, amor mio, lo percepisci. Lucient
Dalla Raccolta “ANIMA DI CORALLO" 2015 |
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