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al testo proposto da Alberto Becca
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O sonno tu ben sei fra i doni eletti dal ciel concesso ai miseri mortali tu l'agitato sen placido assali e tregua apporti ai combattuti affetti
Tu d' un soave oblio spargendo i petti raddolcisci i martir, sospendi i mali; tu dài posa e ristoro ai sensi frali tu le tenebre accorci e l' alba affretti
tu della bella Pasitea consorte tu figliol d' Astrea per te paro van fortuna servile e regia sorte
Ma cio' che mi ti rende assai piu' caro è che l' orror dell' aborrita morte io col tuo mezzo ad avvezzarmi imparo |
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