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al testo di Giovanni Bartezzaghi
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RICORDI (1992)
Il mio pensiero vola ad altri tempi a rinverdir 'na mente un po' smarrita evoca i luoghi belli e i peggio esempi che hanno accompagnato la mia vita.
All'inizio fu guerra per cinq'anni durante la qual arse l'universo morte e orrore turbarono i miei sonni da farmi dire: "Son per sempre perso".
Poi venne la stagion che rifiorisce ad animar un mondo nuovo e fiero, l'Europa, incredibile, che si unisce ed apre le frontiere allo straniero.
Poi vidi mutar e crescere 'l Paese e i contadini abbandonare i campi, rammento 'l boom, che in fondo mi sorprese, e l'Italia che entrava tra le Grandi.
Vidi l'om divenir gentile e sazio, vidi i popoli in cerca di fortuna poi Gagarin volare nello spazio e infine Amstrong sbarcare sulla luna.
Vidi, quasi trentenne, 'l sessantotto e le grandi battaglie sindacali, piazza Fontana esplodere in un botto e l'Italia rivincere i mondiali.
Saltarono in aria stazione e treni e più tardi Falcone e Borsellino, non c'è pace nel Paese dei veleni nel mentre crolla il muro di Berlino.
Alla morte del vecchio comunismo tangentopoli saliva all'altare, torna, gelido, 'l vento del fascismo con altre guerre a farci meditare.
Nel corso della Storia e della vita i fatti si ripeton puntualmente, se spesso diversa è la partita sò che a vincer è sempre un prepotente.
Ed ora, che son passati tanti anni, mi sovviene un ragionamento fino per quanto ci si agiti, tra gli affanni, il mondo resta sempre un gran casino.
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