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al testo di Giovanni Bartezzaghi
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IL GIULLARE
Storie di guerra e favole d'amore eroi e cavalieri dal gesto arguto vorrei andar, io, favoleggiatore a cantare dimane sul mio liuto.
Migrerei con il vento e con gli uccelli e le giovin donzelle dei templari, a cantare i misteri dei castelli per i borghi e nei vecchi casolari.
Racconterei le trame e i tradimenti orditi da intriganti castellane, sorte ai saloni delle meglio genti pel vezzo di abbassare le sottane.
Ricorderei la dolce Biancofiore stupendo fior di sogni e di avventure, bramano i cavalier notti d'amore da ricordar su stemmi e bardature.
Damigelle alle finestre gotiche ascolteranno gesta a lor oscure di cavalieri e di bande zotiche che fan brillar le spade e le armature.
Come l'epico cavalier Oreste che lanciò il guanto a chi lo fece becco e infilzatogli l'arma nella veste lavò l'onta con un fendente secco.
E a sera quando tolgon l'armatura e 'l cielo si colora di violetto, i cavalieri tra le scabre mura adornano d'ancelle 'l proprio letto.
Poi canterei l'arme, tenzoni e dame narrate con arguzia dall'Ariosto, le cortesie morbose e anco le brame di nobili matrone al sol di agosto.
E quando a sera andrò per i castelli a cercare dimora, stanco e muto, sognerò madrigali, poesie e stornelli da cantare dimane sul mio liuto.
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