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Il giullare

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   IL GIULLARE

 

   Storie di guerra e favole d'amore

   eroi e cavalieri dal gesto arguto

   vorrei andar, io, favoleggiatore

   a cantare dimane sul mio liuto.

 

   Migrerei con il vento e con gli uccelli

   e le giovin donzelle dei templari,

   a cantare i misteri dei castelli

   per i borghi e nei vecchi casolari.

 

   Racconterei le trame e i tradimenti

   orditi da intriganti castellane,

   sorte ai saloni delle meglio genti

   pel vezzo di abbassare le sottane.

 

   Ricorderei la dolce Biancofiore

   stupendo fior di sogni e di avventure,

   bramano i cavalier notti d'amore

   da ricordar su stemmi e bardature.

 

   Damigelle alle finestre gotiche

   ascolteranno gesta a lor oscure

   di cavalieri e di bande zotiche

   che fan brillar le spade e le armature.

 

   Come l'epico cavalier Oreste

   che lanciò il guanto a chi lo fece becco

   e infilzatogli l'arma nella veste

   lavò l'onta con un fendente secco.

  

   E a sera quando tolgon l'armatura

   e 'l cielo si colora di violetto,

   i cavalieri tra le scabre mura

   adornano d'ancelle 'l proprio letto. 

 

   Poi canterei l'arme, tenzoni e dame

   narrate con arguzia dall'Ariosto,

   le cortesie morbose e anco le brame

   di nobili matrone al sol di agosto.

 

   E quando a sera andrò per i castelli

   a cercare dimora, stanco e muto,

   sognerò madrigali, poesie e stornelli

   da cantare dimane sul mio liuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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