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L Eritrea

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Solo un piccolo ricordo mai svanito..

 

Stava nel letto a fianco.

Più in là un tizio sbraitava, e bestemmiava forte pretendendo altri antidolorifici che ormai non potevano più dargli tanto era imbottito.
Lei no, nonostante le avessero segato un' anca distrutta da una pallottola per sostituirla con una protesi.

Lei si lamentava cantando.

Una nenia a labbra strette, bassa e profonda, ma gli occhi chiusi non arginavano il sale che ne rigava gli angoli.
Non veniva quasi mai nessuno ad assisterla, solo una donna anziana ogni due o tre giorni, non credo la madre, forse una donna della loro comunità a Milano.
Bella di una bellezza a lei sconosciuta, non chiedeva nulla, neanche la bottiglietta d' acqua sul comodino.

Stringeva le labbra più forte e si sporgeva per prenderla da sola.
Solo una volta un Plastic! Plastic! per un telo troppo lontano e per non sporcare.
Chissà se sognava il suo sole rosso salire o scendere all' orizzonte, o tornare a riprendere la lotta o un altro combattente che magari la sta aspettando.
O la pace.
Solo quando il dolore era troppo forte cantava quella nenia un pò più forte, gli occhi socchiusi per vedere se aveva attirato l' attenzione. poi fingeva di dormire.
Solo così si lasciava accarezzare la fronte, asciugare il sudore e sistemare un pò i capelli.
E forse poi si addormentava davvero.
Come se bastasse a toglierle un pò il dolore.

E chissà se anche per lei non è mai svanito.

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