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al testo proposto da Giovanni Ivano Sapienza
Scirocco
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Scirocco E sovra i monti, lontano sugli orizzonti è lunga striscia color zafferano: irrompe la torma moresca dei venti, d’assalto prende le porte grandi gli osservatori sui tetti di smalto, batte alle facciate da mezzogiorno, agita cortine scarlatte, pennoni sanguigni, aquiloni, schiarite apre azzurre, cupole, forme sognate, i pergolati scuote, le tegole vive ove acqua di sorgive posa in orci iridati, polloni brucia, di virgulti fa sterpi, in tromba cangia androni, piomba su le crescenze incerte dei giardini, ghermisce le foglie deserte e i gelsomini puerili – poi viene più mite batte tamburini, fiocchi, nastri…
Ma quando ad occidente chiude l’ale d’incendio il selvaggio pontificale e l’ultima gora rossa si sfalda d’ogni lato sale la notte calda in agguato.
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