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al testo di Gerardo Miele
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IL treno
Ora fischiando mi sbuffi davanti, non hai pietà nemmeno dei santi. Di gente pensosa che non ha voce, ne trasporti il corpo, e… anche la croce. Rimbombano i tuoi suoni dentro le stazioni, rumori di ferraglia forti come tuoni, tagliano l’aria in tutte le stagioni. Sbuffi più forte per evitare la morte, a gente penosa con le memorie corte, fischiando più forte per evitarne la sorte. Dentro il tuo ventre di rumori assordanti trasporti persone dai flebili canti. Siamo giunti alla meta ,dopo una corsa sornione , tu però già riparti per la solita destinazione, mentre io mi fermo qui’,per sempre,sono già in pensione! Ho riposto il cappello e il mio fischietto, quando ritorni,non portarmi più rispetto. Oramai ti guardo come il miglior amico mio, il tuo ricordo, non cadrà mai nell’oblio; come quel treno che un di’ sognavo, mentre sul ponte dell’Ofanto lo salutavo. Continua la tua missione,più pesante è la tua croce, più forte è la speranza di chi non ha voce! |
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