Fu forse quando, seduti nel parco, l'arcaica forma
Di una donna con una nuvola in spalla
Si levò contro gli alberi e poi contro il cielo
E il senso dell'arcaico ci toccò d'un tratto
In un movimento nei tratti della somiglianza?
Alla vista ci somigliavamo.
Il colore smemorato dell'autunno
Era pieno di tali forme arcaiche, giganti
Del senso, evocanti la stessa cosa in molti uomini,
Evocanti uno spazio arcaico, dileguantisi
Nello spazio, lasciando solo il contorno della sagoma
Di quell'essere impersonale, il viandante,
Il padre, l'antenato, il signore barbuto,
La somma delle ombre umane lucide come vetro.
Wallace Stevens, “Cose d'agosto” da Aurore d'autunno.