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al testo di Klara Rubino
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Scivolo, disgregando lastre di ghiaccio, sulle labbra goccia d’acqua che scorre, affondo nella mia profonda metamorfosi, esposta in centro, tra luci di Silenzio, mi cingo con le braccia in un bozzolo, sono Luna d’argento e attonito Natale.
Pronta a riacciuffare il mio mantello di stelle omniscienti, sulla sedia accanto alla tenda che separa la cucina, radici contorte si spezzano, ne spuntano altre sottili ed elastiche, sono sciarpa, lì appoggiata, di fili di scie di comete.
L’ombra che albeggia, al lento movimento delle nuvole, avvinghiati, abbracciati al centro nero del pozzo, è iridescente, il tocco che mi attraversa è puro Spirito, dove si sente zampillare il tepore della Primavera.
Fumo che evapora dal punch al mandarino. Si spezza il tergicristallo sopraffatto da petali bianchi. Nel parcheggio il ritmo suonato dall’orchestra dei pianeti.
L’odore acre che risveglia i sensi assopiti; Il tuo piumone il tuo cuscino; un corpo affidato alle onde nelle cui correnti ti ritrovo; il piede che struscia il lenzuolo, i capelli tra i denti; e un bacio accorato disperato, ancorato, mai disperso, sono io.
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