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al testo di Federico Zucchi
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Se sapremo accorgercene
Se appena svegli, pulendo il filtro del caffè, lambendo la brina cresciuta sul fiore, sfiorando i giubbotti di pelle, toccando un palmo di mano proteso nel resto, varcando l’ufficio, osservando il vetro scheggiato da un chicco di grandine, nuotando con braccioli di vento nel mare largo dell’esistenza, nella bufera di ogni Itaca a pezzi, se riusciremo a respirare più a fondo a ricordarci da dove veniamo e dove si disfa la vita nel sogno, allora forse ritroveremo la giusta attenzione per non abbandonare le costole a un cuore isolato. Se sapremo accorgercene forse potremo sentire il lento lavoro di sarta del tempo, l’umile ordine che regna in un bosco di faggi, l'alba di due corpi sbocciati all’unisono, il misterioso equilibrio dei tuoi capelli raccolti a chignon. Se sapremo accorgercene saremo come afferrati da un amore più ampio di ogni singolo incendio e sarà più semplice non smarrire squarci di gioia sull'erta insidiosa. |
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